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25° workshop dell’Osservatorio Utilities Agici-Accenture

Riforme di mercato, accelerazione della crescita delle rinnovabili, riduzione del costo del gas: è un sistema di interventi mirati per ottenere un prezzo dell’energia elettrica più vicino ai bisogni di famiglie e imprese i temi principali del 25° workshop dell’Osservatorio Utilities Agici-Accenture..

Consegnati i premi “Manager Utilities – Andrea Gilardoni“: Paolo Merli di Erg, Pietro Pacchione di Tages, Cristian Fabbri – Orazio Iacono di Gruppo Hera e Valeria Olivieri di Edison i vincitori

Un percorso di interventi mirati per ottenere un prezzo dell’energia elettrica più vicino ai bisogni di famiglie e imprese. Agici e Accenture hanno presentato a Palazzo Clerici i risultati dell’analisi “Un prezzo dell’elettricità più equilibrato per la sostenibilità e la competitività del Paese”, in occasione del 25° Workshop annuale dell’Osservatorio Utilities Agici-Accenture. L’analisi ha esaminato le cause che rendono il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica in Italia tra i più alti d’Europa e ha delineato un percorso per ridurlo fino al 20% nei prossimi cinque anni, avvicinandosi ai livelli di Germania e Regno Unito. Il percorso analizza tre aree di intervento: riforme di mercato, accelerazione della produzione da rinnovabili e riduzione del costo del gas.

In un contesto in cui, come rivela l’analisi, l’Italia ha un prezzo all’ingrosso dell’elettricità fra i più elevati d’Europa (109 €/MWh nel 2024, quasi il doppio rispetto, ad esempio, alla Francia), gli impatti sulla competitività delle imprese e sul costo della vita dei cittadini sono molto elevati.

A determinare il prezzo elevato sono tre principali cause. La prima riguarda il mix di produzione con forte dipendenza dal gas, che copre ancora il 45% del totale al 2024, e un minore sviluppo delle rinnovabili – 38% del mix contro il 50% della Spagna, ma anche il 44% della Germania. A incidere poi è il meccanismo di formazione del prezzo che fa sì che la generazione a gas agisca da price setter nel 70% delle ore, a causa dell’assenza di alternative programmabili. Questo, un aspetto che rende il mercato particolarmente esposto alla volatilità dei prezzi del gas, soprattutto durante periodi di tensioni geopolitiche e incertezze sulla sicurezza della fornitura. La terza causa riguarda, infine, la localizzazione sia della domanda che della generazione rinnovabile (in particolare solare ed eolico) non ottimale rispetto alle aree geografiche con il maggior potenziale di risorse rinnovabili a basso costo.

Alla luce di queste evidenze, il percorso individuato dallo studio Agici-Accenture per abbassare potenzialmente fino al 20% il costo dell’elettricità nei prossimi cinque anni passa in primo luogo per le riforme di mercato, riducendo il ruolo del gas come price setter. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso lo sviluppo di una piattaforma, come ad esempio il Maver, che crei un mercato trasparente e liquido in cui domanda e offerta possano negoziare contratti di lungo termine per le rinnovabili in modo efficiente, riducendo i rischi e costi sia per i fornitori che per i clienti.

In secondo luogo, emerge come necessaria l’accelerazione dello sviluppo delle rinnovabili, incrementando la capacità installata e l’elettricità generata attraverso interventi mirati per favorire il repowering, la semplificazione delle procedure autorizzative e l’implementazione di strumenti di supporto, anche competitivi, come il Fer X transitorio e successivi.

Infine, terzo cardine di questo percorso è la riduzione del costo del gas, da attuare attraverso azioni quali negoziazioni uniche a livello Ue e investimenti in infrastrutture per diversificare ulteriormente le fonti di approvvigionamento.

In parallelo a queste azioni, lo studio individua due macro leve strategiche finalizzate a rafforzare la resilienza del sistema energetico italiano in un contesto globale sempre più incerto: la riduzione del costo delle rinnovabili, avvicinando la domanda alle aree a più alto potenziale (con il superamento del modello Pun e l’introduzione dei prezzi “zonali”), favorendo il repowering degli impianti già in esercizio,  snellendo le procedure autorizzative, il cui “ingolfamento” pesa ormai il 20% sul costo, e puntando anche su investimenti in innovazione tecnologica, che permettano il ricorso in un futuro il più vicino possibile a nuove fonti di generazione senza emissioni e con alta sicurezza di approvvigionamento in contesti geopolitici perturbati.

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