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Abi: diminuiscono i tassi anche per l’effetto positivo dei tagli fatti dalla Bce

Da ottobre 2023 sono diminuiti i tassi di mercato. Nei mesi più recenti tale tendenza alla diminuzione è proseguita a seguito delle riduzioni dei tassi Bce.

Tassi di mercato

Nei primi 14 giorni di febbraio 2025

  • Il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 2,54% in diminuzione di 16 punti base rispetto a gennaio 2025 (2,70%) e in diminuzione di 146 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023
  • Il tasso lordo dei Bot a sei mesi è stato in media del 2,44% in calo di 9 punti base rispetto a gennaio (2,53%) e in calo di 161 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023
  • Il tasso Irs a 10 anni (molto usato nei mutui) è stato in media del 2,36% in calo di 14 punti base rispetto a gennaio (2,50%) e in diminuzione di 117 punti base rispetto al valore massimo di ottobre 2023
  • Il tasso lordo dei Btp a 10 anni è stato in media del 3,49% in calo di 16 punti base rispetto a gennaio (3,65%) e in diminuzione di 149 punti base rispetto al valore massimo di ottobre 2023.

Tassi di interesse sui prestiti bancari 

A gennaio 2025 il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è sceso al 3,09% dal 3,11% del mese precedente e dal 4,42% di dicembre 2023, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 4,20% dal 4,40% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023, il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,31% dal 4,44% del mese precedente .

Tassi di interesse sulla raccolta bancaria 

Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a gennaio 2025 è stato il 2,77%.

A dicembre 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 2,89%; area dell’euro 2,68%). Rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 248 punti base.

Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a gennaio 2025 è stato il 3,45%, con un incremento di 214 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%.

A gennaio 2025 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato lo 0,86% (0,89% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022).

Il tasso sui soli depositi in conto corrente, che non ha la funzione di investimento e permette di utilizzare una moltitudine di servizi, è lo 0,43% (0,46% nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022).

Margine tra tasso sui prestiti e tasso sulla raccolta 

Il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a gennaio 2025 è di 167 punti base.

Quantità della raccolta da clientela 

La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di oltre 156 miliardi tra dicembre 2023 e dicembre 2024 (47,1 miliardi famiglie, 17,9 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).

A gennaio 2025 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno fa del 6,0% (+7,2% nel mese precedente).

I soli depositi, nelle varie forme, a gennaio 2025 sono cresciuti del 2,1% su base annua (+2,0% il mese precedente).

La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a gennaio 2025 è risultata in aumento del 2,6% su base annua, proseguendo la dinamica positiva registrata da inizio 2024 (+2,7% a dicembre 2024; .

Prestiti bancari 

Il rallentamento della crescita economica contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: a gennaio 2025, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dell’1,0% rispetto a un anno prima, stesso valore del mese precedente; a dicembre 2024 i prestiti alle imprese erano diminuiti del 2,3% mentre quelli alle famiglie erano cresciuti dello 0,2% .

Crediti deteriorati 

A dicembre 2024 i crediti deteriorati netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono diminuiti a 30,4 miliardi di euro, da 32,1 miliardi di settembre 2024 (30,5 miliardi a dicembre 2023).

Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di circa 166 miliardi. 17. A dicembre 2024 i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,47% dei crediti totali. A settembre 2024, tale rapporto era l’1,54% (1,41% a dicembre 2023; 9,8% nel 2015; .

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