Sono stati presentati i dati relativi all’andamento del lavoro e delle imprese elaboratida Confindustria Canavese,Agenzia Piemonte Lavoro e Camera di commercio di Torino con l’obiettivo di fornire una fotografia il più esaustiva possibile sullo stato di salute delle imprese e sull’andamento del lavoro nel territorio del Canavese.
Oltre agli indici, Confindustria Canavese per la prima volta ha presentato l’elaborazione dei dati relativi ai principali indicatori economici delle attività industriali e di servizi ubicate nei 158 Comuni del Canavese, sulla base di dati fonte Istat, con il confronto tra i numeri del Canavese con quelli di Città Metropolitana di Torino, Torino capoluogo, Piemonte, Valle d’Aosta e Italia.
L’andamento dei flussi di iscrizioni e cessazioni d’impresa è stato caratterizzato, rispetto all’anno precedente, da una stabilità delle nuove iscrizioni (1.723) e da un aumento delle cessazioni (1.790), che ha prodotto un tasso di crescita leggermente negativo (-0,20%). Rispetto alla dinamica dei principali comuni del territorio, Volpiano, Ivrea, Chivasso, San Maurizio Canavese, Leinì e Rivarolo Canavese hanno registrato un tasso di crescita positivo, mentre risulta negativo per Caluso, Ciriè, Castellamonte e Cuorgnè.
La presenza imprenditoriale per forma giuridica conferma la netta prevalenza di imprese individuali (il 64,2% del totale, rispetto al 53,5% del torinese nel suo complesso), seguite dalle società di persone (il 19,1% a fronte del 21,4% torinese), mentre risultano meno rappresentate le società di capitale (il 14,9% contro il 23% provinciale). Tuttavia, anche nel 2023 sono proprio le società di capitale a registrare il miglior tasso di crescita: +3,26%, a fronte del -0,57% delle imprese individuali.
Per caratterizzazione produttiva, il territorio del Canavese rileva la prevalenza del commercio come primo settore (il 22,2%, il 23,7% nel torinese), seguito dai servizi alle imprese (il 18,8%, il 26,7% in provincia dove è il primo settore) e dalle costruzioni (il 18,6% rispetto al 15,8%). Risulta anche particolarmente rappresentata l’agricoltura (il 12,3% a fronte del 5,1%), più che l’industria (l’11,1% contro l’8,8% torinese). Il turismo mantiene un peso analogo a quello provinciale (il 6,6%).
Tuttavia, in linea con la dinamica del torinese nel suo complesso, anche nel Canavese rilevano una dinamica positiva solo i servizi – alle imprese e alla persona (rispettivamente pari al +0,9% e al +1,7% rispetto al 2022), mentre risultano in calo tutti gli altri settori di attività economica.
In ultimo, uno sguardo alle componenti imprenditoriali presenti sul territorio. Rispetto al resto del torinese, il territorio conta un maggior numero di imprese artigiane, il 33% del sistema imprenditoriale canavesano (a fronte del 27% del torinese), benché il tasso di crescita risulti negativo (-0,75%). Più incidenti anche le imprese femminili (il 23,7% a fronte del 22,2%), anch’esse con tasso di crescita di segno negativo (-0,28%). Positiva invece la dinamica della componente straniera (+3,24%) il cui peso, pari all’8,2% del totale, è decisamente più contenuto rispetto a quello provinciale (oltre al 14%). Infine, le imprese giovanili che perdono consistenza (-77 unità nell’ultimo anno) e rappresentano il 9,6% del totale, valore simile a quello provinciale (9,4%).
Il mercato del lavoro
Accanto all’analisi della natimortalità imprenditoriale, anche quest’anno è stato realizzato a cura di Agenzia Piemonte Lavoro – ente strumentale di Regione Piemonte che coordina i 31 Centri per l’impiego piemontesi – un focus dedicato al mercato del lavoro e ai movimenti contrattuali del tessuto imprenditoriale locale.
L’approfondimento, grazie alla collaborazione avviata con Camera di commercio di Torino nel 2021, prevede l’integrazione degli archivi delle imprese attive sul territorio estratti dal Registro Imprese e gli archivi delle comunicazioni obbligatorie di assunzioni/cessazioni relative al bacino di riferimento. Offre una fotografia il più esaustiva possibile sullo stato di salute delle imprese e sulle dinamiche del lavoro nel Canavese. La lettura complessiva dei dati elaborati dagli enti che hanno partecipato all’analisi, denota un clima discretamente positivo, in un contesto nel complesso però ancora piuttosto fragile, poiché in parte legato alle molteplici criticità dello scenario economico e internazionale.
Infatti, nel 2023, il 15% circa del totale delle imprese registrate in Camera di commercio ha movimentato il mercato del lavoro locale, generando una quota di contratti di lavoro dipendente attivati pari al 72,3% del totale di quelli sul territorio.
Dall’anno precedente, l’elaborazione offre due tipi di approfondimenti che raccontano la capacità di generare occupazione del tessuto imprenditoriale locale: il dinamismo delle imprese e quello del mercato del lavoro. La fotografia restituita, rispetto ai movimenti occupazionali, evidenzia un dato positivo: il 2023 chiude con +3.288 contratti in attivo da parte delle imprese inserite nel registro.
Anche i saldi assunzioni/cessazioni, impiegati come indicatori di consistenza contrattuale, sono positivi per tutti i settori economici, tra cui spiccano i Servizi che, nel biennio precedente, registravano valori negativi. Emergono anche Costruzioni e Industria.
Positivi anche i saldi delle professioni, in particolare per quelle con competenze generiche, che nel 2021-22 hanno avuto un saldo negativo, seguite da Artigiani, Operai specializzati e Agricoltori, Professioni Qualificate nelle Attività Commerciali e dei Servizi. Rimane attivo anche il saldo delle Professioni Esecutive nel lavoro d’ufficio, anche se in contrazione rispetto all’anno precedente.
A completamento della panoramica del mercato del lavoro locale, vengono presi in esame i servizi erogati alle parti datoriali intermediati dai Centri per l’impiego: sono 522 le aziende interessate, che hanno ricevuto 2.005 servizi; 253 sono aziende in obbligo ai sensi della L. 68/99.
Il Centro per l’impiego intercetta vacancy prevalentemente di professioni di media qualifica, pari al 53,2% del totale.
“La lettura complessiva dei dati dagli enti che hanno partecipato all’analisi ci restituisce la fotografia di un territorio che, pur essendo in discreta salute, presenta alcune problematiche, dovute in parte anche alle tante tensioni geopolitiche ancora in corso, che portano con sé un quadro congiunturale piuttosto incerto, un rallentamento della propensione agli investimenti e un sensibile aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali” nei primi mesi del 2024, commenta Daniele Aibino, Direttore di Confindustria Canavese. “In questo contesto, tuttavia, le imprese canavesane continuano a dimostrare una buona tenuta e una apprezzabile capacità a sostenere il tessuto economico locale cercando di cogliere le tante sfide e opportunità che caratterizzano questo periodo di grandi trasformazioni”.
“Dal punto di vista imprenditoriale, la ripresa delle cessazioni osservata in tutto il territorio provinciale penalizza in parte anche il Canavese, che nel 2023 registra un tasso di crescita lievemente negativo (-0,20%) – spiega Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. – Il commercio si conferma il primo settore per consistenza, seguito dai servizi alle imprese e dalle costruzioni. Più alta rispetto al resto della provincia la presenza di imprese artigiane e femminili”.
“La lettura sempre più attenta dei mercati del lavoro locale si è rivelata, anche in questa occasione, un passaggio fondamentale per comprendere le dinamiche occupazionali e i fabbisogni delle imprese. Ed è anche grazie a questa capacità analitica che Centri per l’impiego, supportati dai servizi specialistici di Agenzia Piemonte Lavoro, stanno consolidando la variegata offerta dei servizi rivolti alle imprese piemontesi”, commenta Federica Deyme, direttrice di Agenzia Piemonte Lavoro.