Il 27 ottobre ha aperto ufficialmente al pubblico il Malta International Contemporary Art Space (Micas). Un intero quartiere nell’area dei bastioni della città di Floriana – comune confinante con la capitale Valletta – è stato recuperato per ospitare un progetto che darà risalto e spazio all’arte locale ed internazionale e che conferma Malta come hub creativo di importanza cruciale in Europa.
Se è pur vero che il Micas è il primo museo di arte contemporanea di Malta, l’attesa è stata pienamente ricompensata con la realizzazione di un luogo che non è solo un contenitore, ma una vera e propria fonte di ispirazione. La struttura ha inaugurato il suo programma espositivo con una mostra della visionaria artista portoghese Joana Vasconcelos, che resterà in esposizione fino a marzo 2025. Il programma dei prossimi due anni prevede già cinque differenti mostre che vedranno protagonisti sia artisti internazionali che celebri nomi locali, elevando Malta sul palcoscenico artistico globale e contestualizzando e confermando l’unicità della storia del Paese nel contesto mondiale.
Il museo si trova sullo sfondo delle Floriana Lines, una serie di fortificazioni del XVII secolo che si affacciano sul porto di Marsamxett e sulla capitale Valletta, città patrimonio mondiale dell’Unesco. Sorto dalle profondità del restaurato fosso Ritirata, il museo si trova in un campus di 8.360 metri quadrati che comprende 1.400 metri quadrati di spazio espositivo interno, giardini con sculture all’aperto, fortificazioni restaurate, un negozio e un caffè. Un luogo che diventerà certamente una nuova icona di Malta, si presta ad essere location ideale per eventi culturali e privati.
Vasconcelos è stata incaricata di trarre ispirazione dal sito dove sorge il Micas e dalla sua storia, sfruttando al meglio l’altezza creata dal design unico dello spazio. La famosa artista espone quattro opere monumentali, tra cui The Tree of Life, che si trova al piano più basso della galleria e si innalza verso l’alto, rendendosi visibile da ogni piano. La Valchiria Mumbet è sospesa al soffitto dell’ultimo piano e accoglie i visitatori all’ingresso. L’opera Loft, collocata nella seconda delle tre gallerie terrazzate, è essenzialmente un elaborato piano tridimensionale di un appartamento che può essere visto dall’alto come una pianta e incontrato fisicamente quando il visitatore si aggira per la stanza.
L’opera finale, Il giardino dell’Eden, è installata in uno spazio separato perché richiede un’oscurità totale. La mostra analizza il modo in cui bilanciamo il lato quotidiano della vita con una visione più spirituale e come questo faccia parte della condizione umana, così come suggerito dal titolo Joana Vasconcelos: Transcending the Domestic.