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di Claudio Valenti

Spenta la sua ultima centrale, con due anni d’anticipo rispetto alle previsioni, è ora il quarto paese europeo libero da centrali, insieme a Austria, Belgio e Portogallo

E’ la rivoluzione energetica di Stoccolma che già oggi genera il 66% delle propria energia da fonti rinnovabili. Secondo la utility svedese Exergi, con l’addio al carbone tutta l’energia dovrà essere rinnovabile o prodotta attraverso il riciclo. Una vera e propria rivoluzione se si considera che fino a 30- 40 anni fa Stoccolma era quasi totalmente dipendente dalle fossili.

Il fatto che il carbone venga eliminato dal sistema di teleriscaldamento della città sarà di grande beneficio anche per il clima e ridurrà significativamente le emissioni inquinanti. La capitale svedese vuole raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2040 e la chiusura dell’impianto ha ridotto quasi la metà delle emissioni da 800-900 mila tonnellate a circa 400 mila all’anno. L’Unione Europea ha in sostanza ancora circa 250 centrali a carbone attive, sparse in una ventina diversi Stati dell’Ue, La politica delle dismissioni delle centrali a carbone dovrebbe essere seguita anche da Grecia (2028), Paesi Bassi (2029), Finlandia (2029), Ungheria (2030) e Danimarca (2030). Tra le ultime la Germania che ha annunciato che metterà fuori uso la sua ultima centrale a carbone entro il 2038.

Le centrali a carbone in Italia, secondo il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), dovranno essere dismesse o convertite entro la fine del 2025. Bisognerà ora capire se il panorama delle centrali a carbone europee potrà cambiare a causa della dipendenza delle forniture del gas russo.

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