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AssoBirra: positive le prospettive di ripresa del comparto

Nel 2024 il settore brassicolo italiano si è trovato a fare i conti con un contesto, ormai consolidato, di aumento generale dei prezzi e dell’inflazione. Si registra una flessione nei consumi e nella produzione, anche se più lieve rispetto al 2023; decrescita invece leggermente più marcata in import ed export, con una conseguente crescita della birra prodotta e venduta in Italia.

Il settore della birra conferma la capacità di adattarsi, innovare e diversificare gli investimenti, come indica il trend di lungo periodo che negli ultimi dieci anni ha visto crescere i consumi di oltre il 20% e un incremento anno su anno del segmento delle birre low e no alcol (+13,4% nel 2024 rispetto all’anno precedente).

A offrire la fotografia aggiornata del comparto è l’Annual Report 2024 di AssoBirra, l’Associazione di riferimento per il settore birrario italiano.

Birra in cifre

Secondo i dati di AssoBirra, nel 2024 la produzione di birra in Italia ha raggiunto 17,2 milioni di ettolitri, registrando una contrazione abbastanza contenuta rispetto ai 17,4 milioni di ettolitri del 2023 (-1,27%), attestandosi appena sotto i livelli pre-pandemici del 2019 (17,3 milioni di ettolitri).

I consumi nel 2024 si sono attestati a 21,5 milioni di ettolitri, in lieve calo del 1,54% rispetto al 2023, una lieve contrazione che va di pari passo con il calo del consumo pro capite (36,4 litri vs 37,1 litri nel 2023). Nonostante la flessione rispetto al picco storico del 2022 (22,5 milioni), i consumi 2024 restano solidamente sopra la soglia pre-Covid del 2019 (21,2 milioni) e segnano una crescita di oltre il 20% rispetto a dieci anni fa (17,6 milioni), segno di una domanda oggi più strutturalmente solida.

L’import di birra ha registrato una flessione del 4,95% rispetto all’anno precedente, pari a 400 mila ettolitri. La Germania rimane il principale Paese di origine dell’import, con il 44,7% del totale delle importazioni, seguita da Belgio (seppur con una quota in calo, scesa all’ 11,6%), Polonia (11,4%) e Paesi Bassi (8,8%). Tra i Paesi non comunitari, che rappresentano oggi il 2,7% del totale dell’import, il maggior esportatore verso l’Italia è il Regno Unito, con circa 103.004 ettolitri su un totale complessivo di 208.541 ettolitri provenienti da Paesi terzi.

Anche l’export mostra un aggregato inferiore a quello del 2023 (3,3 milioni di hl nel 2024, con un -7,82% rispetto ai 3,6 dell’anno precedente). Nella distribuzione dell’export si rileva un leggero calo della quota verso il Regno Unito (41,5% nel 2024 rispetto al 43,9% del 2023), con una contrazione in volume di circa 205.000 ettolitri. In crescita invece le esportazioni verso Albania (+27%), Paesi Bassi (+6,6%), e soprattutto Stati Uniti, con un incremento del 12,7%.

Tra i canali distributivi prosegue la ripresa del fuori casa, che nel 2024 registra un ulteriore aumento rispetto all’anno precedente in termini di incidenza sul totale dei consumi (38,5% vs 37,6% nel 2023), bilanciando in parte la flessione di consumo domestico del canale Gdo, ancora in calo (61,5% nel 2024 vs 62,4% nel 2023).

Alfredo Pratolongo, Presidente di AssoBirra, dichiara: “Il 2024 ha evidenziato ancora una volta quanto il nostro comparto sia resiliente, capace di generare valore e innovazione anche in un contesto sfidante. Dopo un decennio di crescita e due anni segnati da rallentamenti, il settore mostra segnali di maturità e visione strategica, mantenendo saldo il proprio ruolo economico e culturale. L’Italia è oggi uno dei Paesi europei con la reputazione più alta in ambito birrario, risultato raggiunto grazie alla varietà dell’offerta, alla qualità dei prodotti e alla capacità di adattamento ai gusti e alle culture locali. La birra si conferma una bevanda da pasto apprezzata per naturalità, moderazione e convivialità, sempre più rappresentata anche dalle versioni a basso o nullo contenuto alcolico, in linea con stili di vita equilibrati e all’insegna della moderazione” prosegue il Presidente Pratolongo. “Tuttavia, se vogliamo continuare a crescere, servono condizioni più favorevoli e interventi mirati: un alleggerimento strutturale della fiscalità sulla birra, una legge sulla birra più attuale, un supporto concreto alla produzione nazionale di materie prime”.

“Il comparto continua a dare segni di rinnovata vitalità, sta intercettando nuove sensibilità e modelli di consumo all’insegna della leggerezza, dimostrando di sapersi evolvere. Per questo è fondamentale continuare a sostenerlo, liberando risorse da destinare a sostenibilità, innovazione e qualità. La birra è diventata un simbolo di socialità positiva in Italia, e AssoBirra intende rafforzarne ulteriormente il ruolo nel sistema agroalimentare del Paese”, conclude il Presidente Pratolongo.

Federico Sannella, Vice Presidente di AssoBirra con delega a Transizione Ecologica e Sostenibilità, commenta: “La transizione ecologica riguarda l’intera filiera produttiva, a partire dal mondo agricolo, sempre più impegnato nella ricerca e nell’impiego responsabile delle risorse naturali. Ma a fare davvero la differenza è la capacità di investimento: solo con un adeguato supporto economico è possibile adottare le tecnologie più avanzate e incentivare modelli produttivi sostenibili su larga scala. In un contesto segnato da margini sempre più ridotti, il cammino verso la neutralità climatica impone un’azione collettiva, che non può più gravare unicamente sulle singole imprese. È proprio in questa direzione che si concentra il lavoro tecnico di AssoBirra: individuare le soluzioni più efficaci per rendere il comparto più efficiente, sia nella sua dimensione complessiva, sia nell’operatività quotidiana delle singole aziende, sempre più attente a contenere consumi, emissioni e sprechi”.

 

Maggiori dettaglia questo link: https://www.assobirra.it/wp-content/uploads/2025/05/Comunicato-Stampa_Annual-Report-2024_AssoBirra_20.05.25.pdf

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