Dati riclassificati– 1° gennaio 2023 / 30 settembre 2023. L’utile netto di pertinenza del Gruppo è pari a 124,7 milioni di euro, in crescita del 18,2% rispetto ai 105,5 milioni di euro dei primi nove mesi del 2022.
Il margine di intermediazione, in crescita del 4,8% a 512,4 milioni di euro rispetto ai 488,7 milioni di euro dello stesso periodo del 2022, beneficia della positiva correlazione del Settore Commercial & Corporate Banking al rialzo dei tassi di interesse. I ricavi del Settore Npl, sostanzialmente stabili rispetto ai primi nove mesi del 2022, evidenziano la resilienza dei recuperi nonostante il precedente rialzo dell’inflazione.
I costi operativi, pari a 288,5 milioni di euro (+3,6% rispetto al dato di 278,5 milioni di euro dei primi nove mesi del 2022), aumentano per le maggiori spese del personale (120,5 milioni di euro rispetto a 111,2 milioni di euro dei primi nove mesi del 2022), principalmente per la crescita della remunerazione variabile e per gli accantonamenti a fronte del rinnovo del contratto collettivo dei dipendenti bancari, e per le maggiori altre spese amministrative (172,4 milioni di euro rispetto a 171,5 milioni di euro dei primi nove mesi del 2022). L’attenzione all’efficienza operativa e al controllo dei costi compensa l’effetto del rialzo dei prezzi.
Il costo del credito è pari a 30,9 milioni di euro, in riduzione di oltre il 35% rispetto ai primi nove mesi del 2022, e include 14 milioni di euro di accantonamenti sul portafoglio crediti in bonis a fronte di potenziali rischi macroeconomici. L’accantonamento complessivo sui crediti in bonis a fronte di rischi macroeconomici è pari a circa 65 milioni di euro.
L’indice di liquidità al 30 settembre 2023 è pari a circa 1,7 miliardi di euro di riserve e attivi liberi finanziabili in Bce (Lcr superiore a 1.200%).
Requisiti di capitale
Cet1 pari a 15,53% (15,01% al 31 dicembre 2022) e Tcr pari a 18,42% (18,82% al 31 dicembre 2022), calcolati includendo gli utili generati dal Gruppo Bancario nei primi nove mesi del 2023, al netto dell’acconto sui dividendi.
“I risultati dei primi nove mesi del 2023 confermano la solidità del nostro modello di business e la nostra capacità di cogliere opportunità in un contesto macroeconomico finora favorevole, derivante da un periodo di crescita economica e dal contestuale rialzo dei tassi di interesse. Un contesto che, tuttavia, lascia intravedere i primi segnali di deterioramento. Nell’ultimo trimestre la Banca ha, con successo, controbilanciato il calo della domanda di credito con una vivace attività commerciale che ha visto, tra l’altro, lo sviluppo di prodotti e soluzioni mirate a sostenere la transizione sostenibile e la digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane. In quest’ottica, l’offerta commerciale è stata ampliata con nuove soluzioni di leasing nei comparti auto, mobilità green alternativa ed energia sostenibile, e un nuovo prodotto di noleggio tech dedicato alla clientela privata. Tutto questo accelerando il percorso di digitalizzazione previsto dal Piano Industriale D.O.E.S. 2022-24 con l’evoluzione della piattaforma Ifis4Business in myIfis, mantenendo una politica creditizia attenta in termini di pricing e contenimento del rischio. L’accantonamento complessivo sui crediti in bonis a fronte di rischi macroeconomici è pari a circa 65 milioni di euro e conferma l’approccio prudente rispetto al mutevole scenario macroeconomico. Anche nel business Npl, il miglioramento dell’efficienza delle strategie di recupero si è riflesso nella crescita degli incassi rispetto allo stesso periodo del 2022, nonostante un contesto di tassi di interesse e inflazione molto più elevati. In linea con le tempistiche attese, lo scorso 31 ottobre, a seguito dell’ottenimento delle necessarie autorizzazioni normativo regolamentari, abbiamo perfezionato la partnership di lungo periodo per la gestione dei crediti deteriorati, siglata nel maggio 2023 con il Gruppo Mediobanca, volta a consolidare il posizionamento di Banca Ifis come operatore di riferimento nel mercato dei crediti deteriorati nel segmento small tickets unsecured”, dichiara Frederik Geertman, Amministratore Delegato di Banca Ifis.