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Al fine dell’eventuale esercizio del potere di intervento, la Banca d’Italia svolge regolarmente analisi e valutazioni sui rischi per la stabilità finanziaria che possono derivare dagli strumenti finanziari in circolazione in Italia sulla base di uno specifico quadro analitico e metodologico, che viene periodicamente aggiornato e affinato.

Dalle analisi più recenti, condotte sulla base dei dati al 31 dicembre 2024, i certificates e le obbligazioni strutturate continuano a essere all’attenzione della Banca d’Italia, per la loro complessità e per la crescita dei volumi in circolazione osservata lo scorso anno.

È stato inoltre osservato un aumento dell’ammontare in circolazione di alcuni strumenti derivati, in particolare credit default swaps (Cds), swaptions e opzioni non plain-vanilla.

I rischi per la stabilità finanziaria connessi con il volume in circolazione di questi strumenti non sono elevati.

I titoli complessi

Alla fine del 2024 in Italia erano in circolazione 3 titoli di debito per un valore pari a 2.945 miliardi, di cui il 15 per cento (440 miliardi)4 era rappresentato da strumenti che possono essere considerati complessi5.

Tra questi ultimi, quelli potenzialmente più rilevanti per la stabilità finanziaria erano i certificates (che rappresentavano il 19 per cento dei titoli complessi, 85 miliardi) e le obbligazioni strutturate (8 per cento, 33 miliardi;.

Alla fine del 2024 le famiglie italiane detenevano direttamente 75 miliardi di titoli di debito complessi, pari al 16 per cento del totale dei titoli di debito da esse detenuti (474 miliardi) e in crescita di 5 miliardi rispetto a un anno prima.

L’aumento è principalmente riconducibile ai certificates, la cui crescita (circa 3 miliardi, a 56; tavola 1) si è concentrata nella prima metà dell’anno, mentre nella seconda i volumi sono risultati stabili. I certificates.

I certificates in circolazione in Italia, aumentati anche nel 2024 (di 10 miliardi), sono rappresentati principalmente da strumenti a capitale totalmente o parzialmente protetto (57 per cento del totale); la restante quota è composta da titoli più rischiosi. Le famiglie detengono i due terzi dei certificates (di cui il 67 per cento è a capitale protetto), che rappresentano il 12 per cento circa del valore del totale dei titoli di debito da esse detenuti.

I certificates sono in grado di migliorare il profilo di rischio in rapporto al rendimento di portafogli diversificati, anche grazie a un favorevole trattamento fiscale6 ; si tratta tuttavia di strumenti complessi e di difficile valutazione, che possono esporre i detentori a perdite consistenti in caso di scenari avversi. Le obbligazioni strutturate.

Alla fine del 2024 il volume delle obbligazioni strutturate – prodotti finanziariamente ma non fiscalmente7 equivalenti ai certificates a capitale protetto – era pari a 33 miliardi.

Nel corso degli ultimi anni, a fronte dell’aumento dei certificates, si è assistito a una graduale contrazione delle obbligazioni strutturate, dal picco di 181 miliardi toccato nel 2011.

Un quarto di questi strumenti (8 miliardi) è nel portafoglio delle famiglie (a fronte di un massimo di 115 nel 2011).

I derivati complessi

Circa il 5 per cento degli strumenti derivati con controparti italiane si può considerare complesso.  Tra questi prevalgono i credit default swaps (Cds) e le swaptions.

Alla fine del 2024 il valore nozionale totale dei derivati complessi era pari a 684 miliardi, in espansione rispetto ai 550 di fine 2023.

Nella seconda metà del 2024 si è registrato un significativo aumento dei volumi nozionali di Cds, delle opzioni non plain-vanilla e, in misura minore, delle swaptions.

La contestuale diminuzione del nozionale dei derivati classificati nella categoria residuale ‘altri derivati’ suggerisce che almeno una parte dell’aumento possa essere riconducibile a una classificazione delle posizioni più accurata rispetto al passato.

Le principali controparti in questi mercati sono le banche italiane, le cui esposizioni sono bilanciate tra posizioni lunghe e corte, e i principali dealer internazionali; questi strumenti non sono presenti nei portafogli delle famiglie.

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