La sforbiciata di 25 punti base decisa dalla Bce, nella riunione del 6 marzo, porta il costo del denaro al 2,50% (dal 2,75% di gennaio 2025), il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,65% e quello sui prestiti marginali al 2,90%.
Si tratta del secondo taglio del 2025 dopo i quattro tagli del 2024. I dieci rialzi consecutivi iniziati a luglio 2022 sono finiti a ottobre 2023 e hanno portato il tasso dei depositi presso la Bce dal valore negativo di 0,50% fino al 4%.
Le prossime decisioni del Consiglio direttivo della Bce saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.
Il taglio dei tassi d’interesse in Europa è la conferma di un’inversione di tendenza a livello globale. Tutte le principali banche centrali occidentali stanno tagliando il costo del denaro.
I mercati scommettono che entro dicembre 2025 le rate smetteranno di calare.
Qui il calendario delle prossime riunioni Bce che potranno interessare i tassi:
- 17 Aprile 2025
- 5 Giugno 2025
- 27 Luglio 2025
- 11 Settembre 2025
- 30 Ottobre 2025
- 18 Dicembre 2025
“Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine”, spiega il comunicato diffuso dall’Eurotower dopo l’annuncio sui taglio dei tassi.
“La congiuntura fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027”, spiega la Bce. “Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale. L’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti dei rialzi passati dei tassi di interesse restano le principali determinanti alla base dell’atteso incremento della domanda nel corso del tempo”.
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