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Bdo Global Risk Landscape 2025, secondo gli intervistati lo scenario globale è definito da fattori di crisi

L’indagine Global Risk Landscape 2025, di Bdo, svolta su un campione di 500 C-level in tutto il mondo per indagare lo sviluppo della percezione dei fattori di rischio per le aziende a livello globale.

Secondo la ricerca, l’84% degli intervistati ritiene che l’attuale scenario globale, caratterizzato da crescenti tensioni commerciali e geopolitiche, è definito dai fattori di crisi come mai prima d’ora. Nonostante questo, però, solo il 7% di essi adotta un atteggiamento “proattivo” nella gestione dei rischi (rispetto al 19% del 2024 e al 29% del 2023), preferendo un approccio più orientato al rispetto delle normative vigenti, che va però a limitare le opportunità di crescita delle organizzazioni e fa aumentare le pressioni da parte dei diversi stakeholder.

Sebbene la maggior parte degli intervistati (il 54%) affermi che vi sia pari attenzione tra attenzione al rischio e rispetto della compliance normativa, lo studio mette in luce che, mentre i Chief Executive Officer ritengono che il problema principale per le aziende riguardi il costo eccessivo per gli adeguamenti ai requisiti legislativi, i Chief Risk Officer sostengono che le maggiori problematiche derivino dalla scarsa adattabilità delle organizzazioni alle nuove fonti di rischio e al poco utilizzo delle tecnologie per il loro monitoraggio.

Analizzando le diverse fonti di incertezza per le aziende, i rischi legati all’ambito regolatorio e al rispetto dei requisiti normativi rimangono al primo posto e sono indicati dal 35% dei C-level; in particolare, i manager intervistati si sentono particolarmente impreparati nella gestione e nell’applicazioni dei regolamenti legati alla privacy dei dati. Al secondo posto, entrambi con una quota del 28% dei rispondenti, si trovano le incertezze relative alle catene di approvvigionamento e alla capacità di attrarre e mantenere in azienda i migliori talenti. Mentre nel primo caso la percentuale si mantiene in linea con il 2024, nel secondo si è registrato un notevole aumento rispetto allo scorso anno, quando era stato indicato dal 12% degli intervistati. In particolare, le preoccupazioni legate ai dipendenti sono più sentite nei settori della salute/sanità (viene evidenziato dal 44% dei C-level), immobiliare (39%) e tecnologia/media/Tlc (34%).

Tra i fattori di incertezza maggiormente citati dai manager a livello globale si trovano quindi le tensioni geopolitiche, indicate dal 25% del campione, sostenute anche dalle incertezze legate all’imposizione dei dazi commerciali e i rischi legati all’impatto ambientale delle attività umane, che salgono di quattro posizioni rispetto al 2024, raggiungendo il quinto posto con una quota del 24%.

Al sesto posto tra le maggiori fonti di rischio si piazzano gli attacchi informatici, evidenziate dal 23% dei rispondenti; a livello settoriale, le minacce informatiche sono particolarmente percepite dalle aziende che operano nei servizi professionali (41%) e nel comparto tecnologia/media/Tlc (40%). Sebbene le maggiori preoccupazioni derivino ancora dalle campagne di phishing via e-mail per lanciare attacchi malware e dalle frodi su fatture o pagamenti, si registra un aumento degli attacchi di social engeneering che prendono di mira i dipendenti, con l’obiettivo di raccogliere informazioni sulle aziende per furti di proprietà intellettuali o per commettere frodi.

Il report di Bdo ha messo in luce che quasi la metà degli executive intervistati (il 45%) vede l’Intelligenza Artificiale come un’opportunità e non come un potenziale rischio. Nonostante questa percezione, tuttavia, solo il 31% del campione ritiene che l’Ia possa contribuire a identificare i rischi o a individuare e prevenire le frodi. Inoltre, sebbene vi sia un maggiore ottimismo tra i manager, non viene meno la valutazione dei potenziali rischi derivanti dall’utilizzo di questa tecnologia: circa il 62% degli intervistati ha affermato che l’Ia potrebbe aumentare i rischi per la privacy e il 56% quelli per la sicurezza informatica.

“Dalla nostra analisi emerge chiaramente come, in un’epoca di crisi continua come quella attuale, le aziende che vogliono crescere e raggiungere i propri obiettivi devono adottare un approccio proattivo al rischio,” afferma Stefano Minini, Partner Risk & Advisory Services di Bdo. “Nonostante la maggioranza degli intervistati, alla luce delle incertezze internazionali, affermi di prediligere un atteggiamento di prudenza, il 74% si dice consapevole del fatto che l’integrazione nella cultura aziendale di una mentalità in grado di riconoscere e gestire i principali rischi inizierà a spostare l’equilibrio da un’attenzione eccessiva alla pura compliance all’implementazione di strategie reali di gestione del rischio, in grado di generare maggiore valore e opportunità per le aziende.”

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