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Best Workplaces Italia: elevato, ma in calo, il livello di fiducia dei collaboratori

Secondo il ranking Best Workplaces Italia 2025 stilato da Great Place to Work Italia, i collaboratori hanno registrato un Trust Index medio, l’indicatore del clima di fiducia di un’organizzazione, pari all’84%, dato in calo del 5% rispetto al 2024 (89%).

Una decrescita che si spiega con il fatto che, per la prima volta, è stata inserita una categoria demografica in più per le grandi aziende, quelle tra 500 e 999 collaboratori. Dato che le aziende più grandi fanno registrare livelli di soddisfazione lavorativa notevolmente più bassi (75%), la media si sposta verso il basso. Se si volesse mantenere un confronto “ceteris paribus” con le categorie dello scorso anno, l’indice del livello di fiducia arretrerebbe comunque ma di circa due punti percentuali.

Questo divario s’allarga addirittura al +40% nel confronto con la media delle altre aziende italiane analizzate che hanno fatto registrare un Trust Index medio del 44%. Un altro interessante parametro d’analisi è rappresentato dall’Overall Satisfaction, una valutazione più diretta dell’eccellenza di un ambiente di lavoro che, nel 2025, è risultato essere pari all’87% (-5% nel confronto con il 2024), con una differenza del +44% nel confronto con la media italiana (43%). Un livello elevato di fiducia dei dipendenti si riflette direttamente sul fatturato aziendale: i “best workplaces italiani” hanno avuto una crescita media dei ricavi, rispetto all’anno precedente, del +19,48%, un dato che se confrontato con il calo di fatturato dello 0,92% fatto registrare dalle organizzazioni italiane appartenenti a industria e servizi incluse nell’indice Istat fa capire l’importanza, per lo sviluppo del business aziendale, di avere dei collaboratori coinvolti e soddisfatti.

Great Place to Work Italia ha ascoltato il parere espresso da oltre 203mila collaboratori di 404 organizzazioni italiane, suddivise in 5 categorie in base al numero di collaboratori: (10-49), (49-149), (150-499), (500-999) (+1.000). Analizzando il profilo dei collaboratori emerge come il 59% sono maschi e il 41% femmine; uno su due (49%) sono Millennial, quasi 4 su 10 (39%) appartengono alla Generazione X e meno di uno su 10 (7%) sono della Gen Z.

Entrando più nel dettaglio, nell’analisi del ranking dei 75 migliori ambienti di lavoro italiani per cui lavorare nel 2025, si scopre come un’organizzazione su 3 (30,67%) appartenga al settore IT, seguono biotecnologie e farmaceutica (14,67%), servizi finanziari e assicurazioni (12%), industria manifatturiera e produzione (10,67%), servizi professionali (6,67%), sanità (5,33%), retail e telecomunicazioni (4%), advertising e marketing, ospedaliero e media (2,67%) e costruzioni, educazione e formazione e trasporti (1,33%). A livello di distribuzione territoriale, invece, quasi 7 aziende su 10 (69,3%) hanno sede in Lombardia (52%) e nel Lazio (17,3%) e in totale sono 11 le regioni italiane rappresentate nel ranking. Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Campania, Basilicata, Calabria e Sardegna non hanno invece “best workplaces” sul territorio.

I 75 migliori ambienti di lavoro italiani, nel confronto con il 2024, mostrano indicatori stabili rispetto ad ambiti quali De&I, flessibilità e welcoming mentre aspetti quali il coinvolgimento nelle decisioni, la visione strategica e la capacità di adattamento ai cambiamenti sono in calo. Le differenze più rilevanti tra i best workplaces e la media italiana rispetto alle tematiche analizzate dal questionario di Great Place to Work riguardano l’orgoglio per il proprio lavoro (+31%), il desiderio di lavorare a lungo all’interno dell’organizzazione (+32%) e la percezione dell’esclusività del proprio impiego (+32%). Analizzando invece il Trust Index medio, registrato sulla base delle dimensioni delle migliori organizzazioni italiane, si evince come vi sia un divario tra l’indice di fiducia fatto registrare dalle piccole aziende presenti nel ranking (96%) rispetto ai dati delle imprese medie (88%), medio-grandi (85%), grandi (78%) e super grandi (75%). Tra i settori dei best workplaces invece quelli a più elevata fiducia sono educazione e formazione, advertising & marketing e media; in fondo alla classifica troviamo invece il settore manifatturiero e produttivo, quello delle costruzioni e quello dei trasporti.

“Le aziende italiane rappresentano metà della classifica e oltre la metà della categoria Super Large a testimonianza che si può fare bene grande impresa anche in Italia ascoltando le persone” dichiara Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia

Alessandro Zollo, Ceo di Great Place to Work Italia ritiene infatti che “nella battaglia dei talenti queste aziende trionfano sul resto del Paese proprio perché hanno collaboratori che vogliono rimanere a lavorare nelle loro aziende, ne parlano bene e invitano i propri conoscenti a mandare le loro candidature. Ricordiamoci – continua Zollo – che la Generazione Z diminuisce di numero ed è la generazione con maggior cultura e miglior apertura all’estero che questo Paese abbia mai prodotto, vogliamo farcela scappare?”.

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