Nella riunione del Comitato di Politica Monetaria (Copom), del 6 novembre scorso, il Banco Central ha deciso di aumentare dello 0,50% il tasso di sconto (Selic) che passa all’11,25% annuo, con decisione unanime.
Si tratta del secondo aumento consecutivo.
Il Pil, l’occupazione e l’inflazione crescono, mentre il real continua a svalutarsi: il Banco Central non può che essere “hawkish” e probabilmente il percorso di stretta monetaria proseguirà a dicembre. L’obiettivo è quello di “raffreddare” l’inflazione senza compromettere la crescita dell’economia.
Anche il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha migliorato la previsione di crescita del Pil brasiliano 2024, portandola al +3% annuo.
Per il 2025 l’Fmi prevede una crescita più limitata, intorno al +2,2%: la politica monetaria restrittiva dovrebbe provocare un rallentamento dell’economia brasiliana.
L’inflazione misurata a fine ottobre ha fatto registrare una crescita del 4,47% su base annua, in aumento rispetto al mese precedente (+4,12%). Nel mese di ottobre i prezzi sono aumentati dello 0,54%. Sale il costo dell’energia elettrica, conseguenza della siccità degli ultimi mesi, e salgono i prezzi dei generi alimentari.
Ancora in calo la disoccupazione: nel trimestre luglio – settembre 2024 è stata del 6,4%, in diminuzione rispetto al trimestre precedente (6,6%). Si tratta del minor livello di disoccupazione dal 2013. Sono più di 103 milioni i brasiliani occupati, 3,8 milioni in più rispetto ad un anno fa. In diminuzione invece il salario medio, calcolato in R$ 3227,00 mensili.
Le entrate tributarie hanno fatto segnare un nuovo record: 208 miliardi di reais a settembre, +11,6% rispetto allo stesso mese del 2023. Con l’economia in crescita annua del 3%, il Tesoro sta accumulando risorse per poter raggiungere l’obiettivo di equilibrio dei conti pubblici: manca adesso un intervento efficace per tagliare la spesa pubblica, al momento fuori controllo.