“Benvenuti in Brasile” scriveva sui social il presidente brasiliano Luiz Inàcio Lula da Silva, che ha accolto i 20 grandi del mondo . Il vertice del G20 a Rio de Janeiro si è aperto al motto di ‘Building a just world and a sustainable planet’, scelto dalla presidenza brasiliana, con un occhio particolarmente attento alle sensibilità delle economie emergenti.
Le tre sessioni del vertice brasiliano sono state dedicate alla lotta alla fame e alla povertà, alla riforma della governance internazionale, allo sviluppo sostenibile e transizione energetica.
Lula: “istituire una grande alleanza contro fame e povertà”
“Abbiamo il più alto numero di conflitti armati dalla seconda Guerra Mondiale. I fenomeni meteorologici estremi mostrano i loro effetti devastanti in ogni angolo del pianeta. Le disuguaglianze sociali, razziali e di genere, si stanno aggravando a seguito di una pandemia che ha causato la morte di oltre 15 milioni di persone. Il simbolo ultimo della nostra tragedia collettiva è la fame e la povertà”, la premessa del presidente brasiliano Inacio Lula da Silvia
“Secondo la Fao, nel 2024 – ha detto Lula – ci saranno circa 733 milioni di persone ancora malnutrite. E’ come se le popolazioni di Brasile, Messico, Germania, Regno Unito, Sud Africa e Canada, messe insieme, stessero morendo di fame. Sono donne, uomini e bambini, il cui diritto alla vita, all’istruzione, allo sviluppo e al cibo viene quotidianamente violato”, ha proseguito. “In un mondo che produce quasi 6 miliardi di tonnellate di cibo all’anno, cio’ è inaccettabile”, ha osservato.
E ancora: “In un mondo la cui spesa militare raggiunge i 2,4 trilioni di dollari, ciò è inaccettabile. La fame e la povertà non sono il risultato della scarsità o di fenomeni naturali. La fame” nel mondo” è il prodotto di decisioni politiche, che perpetuano l’esclusione di gran parte dell’umanità”.
“Il G20 – ha fatto notare Lula – rappresenta l’85% del Pil mondiale, che ammonta a 110mila miliardi di dollari. Rappresenta inoltre il 75% dei 32mila miliardi di dollari di scambi di beni e servizi e due terzi degli 8 miliardi di abitanti del pianeta. Spetta a coloro che siedono attorno a questo tavolo avere il compito urgente di porre fine a questa piaga che disonora l’umanità“, ha affermato Lula. “Per questo abbiamo fatto del lancio di un’alleanza globale contro la fame e la povertà un obiettivo centrale della presidenza brasiliana del G20. Questa sarà la nostra più grande eredità. Non si tratta solo di fare giustizia. Questa – ha continuato il presidente brasiliano – è una condizione essenziale per costruire società più prospere e un mondo di pace. Non a caso si tratta degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 1 e 2 dell’Agenda 2030. Con l’alleanza faremo molto di più. Coloro che sono sempre stati invisibili saranno al centro dell’agenda internazionale”, ha detto Lula riferendo che all’alleanza hanno aderito 81 paesi (ma non l’Argentina), 26 organizzazioni internazionali, 9 istituzioni finanziarie e 31 fondazioni filantropiche e organizzazioni non governative”.
Lula-Meloni, due leader a colloquio
Nell’incontro a due, Meloni e Lula hanno discusso su come rafforzare la collaborazione tra Roma e Brasilia su settori chiave come infrastrutture ed energia e ampliare gli scambi commerciali. Apprezzamento da parte della Premier per la continuità assicurata dalla presidenza brasiliana con i risultati del G7 di Borgo Ignazia, su attenzione al sud globale, transizione verde tassazione minima, intelligenza artificiale, lotta all’immigrazione irregolare.
Al centro del G20, anche la questione climatica con il Brasile pronto a raccogliere il testimone dell’Azerbaijan per la CoP30.
Risoluzione finale
Il documento base che prevede l’impegno comune su temi quale il clima, le guerre in corso in Ucraina e Medioriente, la povertà e la lotta alla fame.
Il compromesso sul clima
Nella dichiarazione dei leader del G20 manca un impegno stringente sulle risorse per sostenere i Paesi in via di sviluppo per affrontare i cambiamenti climatici. Nel testo si riconosce genericamente “la necessità di catalizzare e incrementare gli investimenti da tutte le fonti e i canali per colmare il divario di finanziamento delle transizioni energetiche a livello globale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo”. E i capi di Stato e di governo riaffermano inoltre “che quest’ultimi devono essere sostenuti nella loro transizione verso basse emissioni di carbonio”, con l’impegno a “facilitare i finanziamenti a basso costo per loro”.
La discussione sul dossier in realtà è domani, e alcuni paesi potrebbero mostrare sensibilità diverse – spiegano fonti diplomatiche – ma questa è la formula su cui gli sherpa sono riusciti a raggiungere un accordo. D’altra parte, la Cop29 di Baku deve stabilire un nuovo obiettivo per l’ammontare dei finanziamenti che i paesi sviluppati, le banche multilaterali e il settore privato dovrebbero destinare ai paesi in via di sviluppo. Secondo i Paesi occidentali, e più in particolare l’Europa, un obiettivo ambizioso può essere concordato solo se si amplia la base dei contribuenti includendo alcuni dei paesi in via di sviluppo più ricchi, come ad esempio la Cina e i produttori di petrolio del Medio Oriente. Ma anche al G20, dove siedono le economie più potenti, le discussioni nei giorni scorsi si sono arenate, con le nazioni europee che spingevano per un maggior numero di paesi a contribuire e i paesi in via di sviluppo come il Brasile che si opponevano .
La dichiarazione congiunta sulla guerra in Ucraina
Nella dichiarazione dei leader al vertice del G20 appena adottata si afferma che “per quanto riguarda specificamente la guerra in Ucraina, ricordando le nostre discussioni a Nuova Delhi, sottolineiamo la sofferenza umana e gli impatti negativi aggiunti della guerra per quanto riguarda la sicurezza alimentare ed energetica globale, le catene di approvvigionamento, la stabilità macrofinanziaria, l’inflazione e la crescita”. “Accogliamo con favore tutte le iniziative pertinenti e costruttive che sostengono una pace globale, giusta e duratura – si legge nel testo – sostenendo tutti gli scopi e i principi della carta delle Nazioni Unite per la promozione di relazioni pacifiche, amichevoli e di buon vicinato tra le nazioni”.
Per Gaza e Medio Oriente, cessate il fuoco e due popoli e due Stati
Nel paragrafo della dichiarazione che riguarda “la striscia di Gaza e per l’escalation in Libano” i leader del G20 si dicono “uniti nel sostenere un cessate il fuoco globale a gaza, in linea con la risoluzione n. 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e in Libano, che consenta ai cittadini di tornare in sicurezza alle loro case su entrambi i lati della linea blu”. Inoltre, nel testo si afferma “il diritto palestinese all’autodeterminazione” e si ribadisce “l’incrollabile impegno per la visione della soluzione dei due stati, in cui Israele e uno stato palestinese vivono fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti, coerentemente con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite”.
Accolto l’ingresso nel G20 dell’Unione Africana
“Accogliamo con favore l’Unione Africana come membro a pieno titolo del g20. La voce dell’Africa dovrebbe essere amplificata nel g20 e in tutti gli altri forum internazionali”. Si legge nella dichiarazione dei leader del g20 di Rio. “Ribadiamo il nostro forte sostegno all’Africa, anche attraverso il compact con l’Africa e l’iniziativa del g20 sul sostegno all’industrializzazione in Africa e nei paesi meno sviluppati, e sosteniamo l’Unione Africana nel realizzare l’integrazione commerciale ed economica e le aspirazioni della sua agenda 2063, mentre entra nel suo secondo decennio di attuazione”.
Contro fame e povertà
“Rimaniamo risoluti nel nostro impegno a combattere la fame, la povertà e la disuguaglianza, a promuovere lo sviluppo sostenibile nelle sue dimensioni economica, sociale e ambientale e a riformare la governance globale”. Si legge nel paragrafo della dichiarazione dei leader del g20 di Rio de Janeiro. “Accogliamo con favore l’ambizione dell’Arabia Saudita di avanzare il suo turno per ospitare la presidenza del g20 nel prossimo ciclo – reciita il testo -. Ringraziamo il Brasile per la sua leadership di quest’anno e attendiamo con ansia di lavorare insieme nel 2025 sotto la presidenza del Sudafrica e di incontrarci nuovamente negli Stati Uniti nel 2026″.
Una tassa per i super ricchi
“Nel pieno rispetto della sovranità fiscale, cercheremo di impegnarci in modo cooperativo per garantire che gli individui con un patrimonio netto ultra elevato siano tassati in modo efficace” viene ribadito nella dichiarazione dei leader del g20 di Rio de Janeiro. “La cooperazione – si spiega – potrebbe comprendere lo scambio di buone pratiche, l’incoraggiamento di dibattiti sui principi fiscali e l’elaborazione di meccanismi antielusione, compresa la lotta alle pratiche fiscali potenzialmente dannose” con l’auspicio “di continuare a discutere di questi temi in seno al g20 e in altri forum pertinenti”.
Link per leggere il Reportage Brasile: https://relazioninternazionali-tribuna.com/wp-content/uploads/2023/12/Relazioni_internazionali_BRASILE-1.pdf
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