Ivaylo Kojouharov, Consigliere per gli affari economici e commerciali presso l’Ambasciata della Repubblica di Bulgaria a Roma, ha commentato per il nostro giornale, l’attuale situazione sulle relazioni economiche, commerciali e industriali Bulgaria–Italia
“La Bulgaria rappresenta un mercato sempre più importante per le esportazioni e gli investimenti italiani” – esordisce il diplomatico – “Si pensi che la Bulgaria ha registrato una crescita economica del 2,8% nel 2024, trainata dai consumi privati e dal miglioramento occupazionale. Tuttavia, la crescita dovrebbe rallentare al 2% nel 2025. L’inflazione media annua è scesa al 2,6%. Come confronto, la Ue cresce dello 0,4% nel 2023 e dell’1,0% nel 2024 ed una inflazione annua del 2,6%.”
Il Paese offre una fiscalità tra le più favorevoli a livello europeo (flat tax al 10%) e la sua posizione geografica, nel cuore dei Balcani, ne fa uno snodo strategico per le infrastrutture energetiche e le vie di collegamento verso i mercati asiatici. “Il dialogo politico tra i nostri due Paesi è intenso a tutti i livelli. L’Italia è un alleato importante della Bulgaria all’interno dell’Ue e della Nato”– prosegue.
“Anche le relazioni commerciali tra Bulgaria e Italia sono intense e di grande importanza per entrambi i Paesi. L’Italia è uno dei principali partner commerciali della Bulgaria, sia per le esportazioni che per le importazioni – ci spiega Kojouharov – In termini di esportazioni, l’Italia è al quarto posto nella lista dei partner commerciali della Bulgaria, dopo Germania, Romania e Turchia, e in termini di importazioni è al sesto posto”.
Secondo i dati diffusi dall’Istituto Statistico bulgaro, nel primo trimestre 2025 lo scambio tra i due paesi ammontava ad 1 miliardo e 391 milioni di euro, di cui euro 757 milioni di esportazioni dalla Bulgaria all’Italia ed euro 634 milioni nel senso inverso. Questo interscambio con l’Italia, sebbene diminuito del 7,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, rappresenta comunque il 10,2% dell’intero scambio della Bulgaria con i Paesi dell’Unione.
Gli stessi dati a livello annuo mostrano nel 2023 uno scambio di 6,5 miliardi (che rappresenta l’11,2% dell’interscambio bulgaro con tutta l’Europa) di cui 3,2 miliardi di esportazioni e 3,3 miliardi di importazioni dall’Italia.
La Banca d’Italia calcola per il 2023, euro 31 milioni di investimenti diretti esteri netti dell’Italia in Bulgaria ed 11 milioni di euro di Ide netti bulgari in Italia, con uno stock di 3 miliardi dei primi e 325 milioni dei secondi.
“Dalle parole condivise dal Ministro dell’economia e delle imprese della Repubblica di Bulgaria, Petar Dilov, all’ incontro dello scorso febbraio con l’Ambasciatore italiano a Sofia, Giuseppina Zara, è emerso che la Bulgaria punta ad attrarre investimenti italiani nella produzione high-tech e nei servizi ad alto valore aggiunto” – prosegue – “nella stessa occasione Il Ministro dell’Economia e l’Ambasciatore d’Italia in Bulgaria hanno discusso dell’approfondimento della cooperazione tra i due Paesi in settori strategici quali l’industria manifatturierа, i trasporti, l’energia, le tecnologie digitali e il sostegno alle piccole e medie imprese”
Il commercio tra Bulgaria e Italia copre un’ampia gamma di beni e servizi, con le prime sei posizioni di leadership nelle esportazioni dall’Italia alla Bulgaria occupate dai macchinari e apparecchiature (546 milioni nel 2024), i prodotti della metallurgia (272 €m), gli alimentari (256 €m), autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (238 €m), i prodotti chimici (232 €m) e quelli tessili (221 €m). Il totale di questi settori pesa nel 2024 per 1,8 miliardi di euro sui 3,3 euro di valore esportato.
Nel verso contrario, i beni ed i servizi importati in Italia dalla Bulgaria sono distinguibili nei seguenti principali settori economici, in ordine di importanza decrescente: prodotti della metallurgia (1,3 miliardi annui), apparecchiature elettriche (284 €m), articoli di abbigliamento (267 €m), macchinari e apparecchiature (218 €m), altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (190 €m), prodotti alimentari (165 €m), prodotti chimici (151€m), con il totale degli elencati di 2,5 sui 3,6 miliardi importati nel 2024.
Secondo il Registro Commerciale bulgaro, esponenziale è la crescita del numero delle aziende a partecipazione italiana o mista, arrivate ad oltre 13.000 imprese, rispetto alle 9 mila del 2020, di cui più di 1.000 registrano un fatturato superiore ai 200.000 euro. Esse sono iscritte in diversi settori: dal tessile alla produzione di energia, dall’agroalimentare alla lavorazione dei metalli, dai servizi finanziari ai trasporti per un fatturato totale di oltre 5 miliardi di euro. La presenza delle imprese italiane sul mercato bulgaro riguarda sia grandi gruppi che piccole e medie imprese, impegnate in un ampio numero di settori dal tessile alla produzione di energia, dall’agroalimentare alla lavorazione dei metalli, dai servizi finanziari ai trasporti.
“Il recente Rapporto di Convergenza 2025 sulla Bulgaria redatto dalla Commissione e dalla Bce ha concesso il via libera per l’adozione della moneta unica riconoscendo il raggiungimento di un elevato grado di convergenza su quattro criteri: stabilità dei prezzi, finanze pubbliche, stabilità del tasso di cambio e tassi d’interesse a lungo termine. Quеѕtа vаlutаzіоnе роѕіtіvа dеllа соnvеrgеnzа рrераrа lе соndіzіоnі аffіnсhé lа Вulgаrіа аdоttі l’еurо а раrtіrе dаl 1° gеnnаіо 2026 е dіvеntі іl vеntunеѕіmо Ѕtаtо mеmbrо dеll’Ue аd аdеrіrе аll’аrеа dеll’еurо – conclude il diplomatico bulgaro – ci si attende, quindi, una nuova consistente iniezione di fiducia ed un incremeto delle opportunità industriali e commerciali per gli italiani in Bulgaria”.
Riproduzione riservata ©
link per leggere il Reportage Bulgaria: https://relazioninternazionali-tribuna.com/wp-content/uploads/2025/06/Relazioni_internazionali_BULGARIA.pdf
Industria mineraria in pole position grazie alla transizione energetica