Italia al nono posto su diciotto Paesi esteri.
Previsto un aumento del Pil globale del 3,2% all’anno per il biennio 2024-2025 e dell’ l’1,2% nell’Eurozona.
In particolare, gli Stati Uniti passano o dal 2,9% del 2023 al 2,8% del 2024; il Giappone 1% (0,3% nel 2024 e 1,1% nel 2025); la Cina conta di chiudere il 2024 con un +4,8% (nel 2023 il Pil era aumentato del 5,2%); il Brasile sembra aver trovato un percorso di stabilità, avviato nel 2023 con un incremento del 2,9%, confermato da previsioni che si portano al 3,0% nel 2024 e comunque sopra al 2% per il prossimo anno. L’India in crescitaper il 2024 e per il 2025 uguale o superiore al 6,5%.
Il Fondo Monetario Internazionale ha segnalato l’urgenza di mettere un argine al debito pubblico per ridurre l’incertezza e il potenziale di crisi che un alto livello di debito porta con sé. Secondo il Fondo, il debito pubblico globale potrebbe toccare i 100.000 miliardi di dollari entro l’anno, portandosi a una quota pari al 93% del Pil mondiale. Le previsioni a fine decennio confermano una tendenza a crescere che farebbe raggiungere al debito il livello del Pil (il 100% entro il 2030).
Nell’Eurozona le previsioni sull’andamento del Pil complessivo si fermano allo 0,8% per il 2024 e non vanno oltre l’1,2% per il 2025
Fra i principali Paesi europei, la Germania è a crescita zero nel 2024 e un modesto recupero nel 2025, con un Prodotto interno lordo sì in crescita, ma al di sotto del punto percentuale. Solo la Spagna conferma le stime del Fondo per il 2024 e il 2025, che delineano un quadro positivo per il prossimo anno (+2,9%) e una tenuta sopra il 2% per il 2025. La Francia presenta valori in linea nel triennio 2023-2025 con una crescita intorno all’1%. In Italia : il livello del debito pubblico è pari a 2.868 miliardi di euro (il 134,8% del Pil); l’indebitamento netto per il 2024 è previsto dal Governo al 3,8% del Pil (ed ha raggiunto il 7,2% nel 2023); la spesa per interessi, vicina agli 80 miliardi di euro (cioè, il 3,7% del Pil). Inoltre, i flussi degli investimenti diretti esteri in entrata segnano una riduzione del 61,6% nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso semestre del 2023, passando dai 22 miliardi di euro agli attuali 8 miliardi.
L’Index Aibe 2024, elaborato dal Censis in collaborazione con Aibe (Associazione Italiana delle Banche Estere) a partire dalle opinioni di un panel di esperti internazionali (istituzioni e società finanziarie, aziende multinazionali, strutture di consulenza professionale, stampa economica estera), sulla base di 13 indicatori macroeconomici e di performance, assegna alla Germania il primo posto in graduatoria fra i 18 Paesi del G20 presi in esame per determinare il grado di attrattività degli investimenti esteri. Segue al secondo posto il Canada e al terzo la Corea del Sud, poi Australia, Stati Uniti e Francia. L’Italia si colloca al 9° posto, dopo il Giappone e prima della Cina, ma riceve un riconoscimento per la sua performance nel commercio estero, con una quota di esportazioni sul Pil che le garantisce il 4° posto fra i 18 Paesi, preceduta solo da Germania, Corea del Sud e Messico. L’Italia si colloca invece nelle posizioni più basse per quanto riguarda la popolazione in età attiva (16° posto), l’innovazione e la creazione di condizioni a favore del benessere sociale (10° posto), la diffusione del digitale (10° posto).