MethaneSat, attraverso le immagini produce dati quantitativi ad alta precisione e risoluzione sulle emissioni di metano del settore Oil & Gas in vaste aree. Ciò include le emissioni totali provenienti da fonti più piccole e disperse che sono in gran parte invisibili agli altri satelliti attualmente in funzione.
Le nuove immagini comprendono i bacini degli Appalachi, del Permian e dell’Uinta negli Stati Uniti, i bacini dell’Amu Darya e del Caspio meridionale in Turkmenistan e il bacino di Maturin in Venezuela.
Queste prime osservazioni suggeriscono che le emissioni nei bacini di produzione del Nord America e dell’Asia centrale sono significativamente più elevate di quanto attualmente riportato negli inventari esistenti, basati su stime ingegneristiche. Sono inoltre in linea con un crescente numero di ricerche che indicano che le emissioni più piccole, disperse in vaste aree, sono responsabili di una quota sostanziale delle emissioni totali di metano da petrolio e gas.
MethaneSat è stato sviluppato dall’organizzazione no-profit Environmental Defense Fund.
I dati del satellite, lanciato nel marzo di quest’anno, aiuteranno le aziende e i Paesi a ridurre più rapidamente le emissioni, consentendo agli importatori di gas, agli investitori e al pubblico di confrontare le prestazioni in termini di emissioni dei bacini di produzione di tutto il mondo. Offre inoltre uno strumento prezioso per monitorare i progressi compiuti nel rispetto degli impegni assunti dal settore, come la Oil & Gas Decarbonization Charter istituita lo scorso anno alla Cop28 di Dubai.
“MethaneSat è stato progettato per fornirci per la prima volta un quadro completo delle emissioni in tutti i tipi di bacini di produzione, sia per le grandi fonti che per le migliaia di fonti più piccole. Funziona come un obiettivo grandangolare, che copre grandi aree in un’unica immagine, con grande chiarezza”, ha dichiarato il responsabile della missione MethaneSat e scienziato capo di Edf, Steven Hamburg. “Questi dati ci aiuteranno a comprendere meglio le sfide legate alle emissioni e a seguire i progressi nel tempo”.
Sulla base della produzione lorda di gas, il tasso di perdita (o l’intensità delle emissioni) che va dall’1,8% al 2,9% osservato nel bacino del Permian in queste misurazioni preliminari è almeno nove volte superiore al tasso di perdita dello 0,2% promesso per il 2030 nell’ambito degli impegni pubblici dell’industria.
Nel bacino dello Uinta, nello Utah, con le sue infrastrutture obsolete e soggette a perdite e un mix di pozzi petroliferi e di gas a bassa produzione, MethaneSat ha osservato tassi di perdita intorno al 9%, dieci volte superiori a quelli del bacino degli Appalachi, più produttivo e a prevalenza di gas.
“Questa tecnologia innovativa consente ai produttori di petrolio e gas di eliminare le perdite di metano e di svolgere un ruolo importante ed essenziale come parte della soluzione”, ha dichiarato Andrew Steer, Presidente e Ceo del Bezos Earth Fund. “Siamo orgogliosi di essere un partner attivo di questa iniziativa”.
Le emissioni totali di metano da petrolio e gas osservate in queste immagini vanno da circa 50 tonnellate/ora nell’Uinta a 280 tonnellate/ora nel Permiano, fino a 420 tonnellate/ora nel bacino del Caspio meridionale.
“MethaneSat rappresenta un significativo progresso nella tecnologia di telerilevamento che offre potenti approfondimenti per molti tipi di stakeholder”, ha dichiarato Ritesh Gautam, scienziato capo di MethaneSat. “La capacità di quantificare le emissioni totali di metano su vaste aree con elevata precisione e alta risoluzione lo rende uno strumento efficace, complementare e accessibile a livello globale per tracciare i cambiamenti delle emissioni al fine di raggiungere gli obiettivi di mitigazione del metano a livello globale”.