I nuovi progetti strategici sono ubicati in 13 Stati membri dell’Ue: Belgio, Francia, Italia, Germania, Spagna, Estonia, Cechia, Grecia, Svezia, Finlandia, Portogallo, Polonia e Romania. Coprono uno o più segmenti della catena del valore delle materie prime, con 25 progetti che comprendono attività di estrazione, 24 di trasformazione, 10 di riciclaggio e 2 di sostituzione delle materie prime. I progetti strategici riguardano 14 delle 17 materie prime strategiche elencate nella legge sulle materie prime critiche. Ciò comprende diversi progetti riguardanti il litio (22 progetti), il nichel (12 progetti), il cobalto (10 progetti), il manganese (7 progetti) e la grafite (11 progetti), che andranno particolarmente a beneficio della catena del valore delle materie prime per batterie dell’Ue. Questi progetti garantiranno che l’Ue possa soddisfare pienamente i suoi parametri di riferimento 2030 per l’estrazione, la trasformazione e il riciclaggio di litio e cobalto, compiendo nel contempo progressi sostanziali per la grafite, il nichel e il manganese. Inoltre, altri progetti strategici riguardanti il magnesio (1 progetto) e il tungsteno (3 progetti) contribuiranno alla resilienza dell’industria della difesa dell’Ue, che dipende dall’uso di tali materiali.
Questi progetti sono stati selezionati in quanto contribuiscono all’approvvigionamento sicuro di materie prime strategiche dell’Ue, rispettano criteri ambientali, sociali e di governance e sono tecnicamente fattibili. Inoltre, i progetti selezionati hanno anche dimostrato evidenti benefici transfrontalieri per l’Ue.
Vantaggi per i progetti selezionati
Per diventare operativi, i 47 progetti strategici prevedono un investimento complessivo di capitale di 22,5 miliardi di euro. Questi progetti potranno beneficiare di un sostegno coordinato da parte della Commissione, degli Stati membri e delle istituzioni finanziarie per diventare operativi, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti e il sostegno per connettersi con i pertinenti acquirenti. Essi beneficeranno inoltre di disposizioni semplificate in materia di autorizzazioni, al fine di garantire la prevedibilità per i promotori dei progetti, salvaguardando nel contempo le norme ambientali, sociali e di governance. In linea con la Crma, la procedura autorizzativa non supererà i 27 mesi per i progetti di estrazione e i 15 mesi per gli altri progetti. Attualmente, i processi di autorizzazione possono durare da cinque a 10 anni.