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Comportamenti di spesa delle famiglie ancora molto prudenti. Bene comunicazioni (+8%) e alimentari (+2,6%), in calo elettrodomestici (-1,6%) e abbigliamento (-1,1%)

L’economia italiana mostra indicatori progressivamente in fase di indebolimento e lascia ipotizzare come il secondo trimestre potrebbe avere dinamiche produttive più contenute.

I fondamentali dell’economia restano, comunque, solidi.

Stando alle stime di Confcommercio ad aprile e maggio il Pil crescerebbe su base congiunturale dello 0,1%  valori che porterebbero nel mese in corso la variazione su base annua allo 0,8%.

Molte di queste valutazioni sono confermate dall’andamento dei consumi misurati nella metrica dell’Icc. Sulla base delle prime stime l’indicatore, dopo un bimestre di forti riduzioni, in aprile sarebbe tornato in territorio positivo nel confronto annuo (+1,1%) con una crescita sia per i beni (+0,6%) sia per i servizi (+1,9%). Al netto dei diversi effetti di calendario, che hanno fortemente condizionato il confronto annuo negli ultimi mesi, si rileva come da novembre del 2024 i consumi destagionalizzati in volume siano sostanzialmente fermi.

Le famiglie continuano a privilegiare le spese legate alla fruizione del tempo libero, alla cultura e alla ricreazione, privilegiando le dimensioni dell’esperienza e delle soluzioni rispetto all’acquisizione dei beni fisici. Le spese per i prodotti più maturi (abbigliamento, mobili, elettrodomestici, autovetture) continuano ad essere in forte difficoltà. Solo in modo episodico, come ad aprile per gli alimentari, questi problemi paiono attenuarsi, senza, peraltro, rappresentare una modifica nelle scelte di consumo di questi ultimi anni.

L’inflazione resta sotto controllo.

Le stime della Confederazione per il mese di maggio confermano l’ipotesi di esaurimento degli impulsi registrati sui prezzi al consumo a partire dall’autunno scorso, sempre di modesta entità. Nel mese di maggio i prezzi al consumo sono attesi crescere dello 0,1% congiunturale, portando l’incremento su base annua all’1,8%, in lieve rallentamento rispetto al 2,0% di aprile. A questo andamento contribuirebbe in larga parte il permanere di una tendenza al rallentamento dei prezzi degli energetici con i prezzi dei carburanti ai minimi degli ultimi tre anni.

La stabilizzazione dell’inflazione su questi valori anche nei prossimi mesi, unitamente a una politica monetaria più accomodante e al permanere di dinamiche moderatamente positive sul versante dell’occupazione e dei redditi, potrebbe contribuire a migliorare le aspettative delle famiglie, riportando alla normalità la relazione redditi-consumi e favorendo, per questa via, un’accelerazione delle dinamiche produttive e l’uscita da questa fase di quasi stagnazione.

 

 

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