I segnali della fragilità congiunturale dell’economia italiana emergono anche dai climi di fiducia rilevati per il mese di ottobre e l’incertezza generalizzata implica anche evidenze empiriche contraddittorie: sul versante delle famiglie, infatti, aumentano i timori di un deterioramento a breve delle prospettive, sebbene le condizioni effettivamente sperimentate non destino particolari preoccupazioni. Di fatto, oggi, sembra che le famiglie non si comportino seguendo le indicazioni che provengono dall’economia reale – aumento dei redditi grazie a maggiore occupazione, rinnovi contrattuali e bassissima inflazione – ma siano ancora segnate dagli shock del recente passato, è il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati diffusi dall’Istat sulla fiducia di famiglie e imprese.
Complessa – prosegue la nota – è anche la situazione sul versante delle imprese. L’industria conferma il permanere di gravi criticità, con un grado di utilizzo degli impianti declinante in modo persistente e una diffusa percezione di ordini interni ed esteri in peggioramento. Ancora più preoccupante è il deterioramento generale del sentiment del terziario di mercato, con veri e propri crolli tra le imprese del trasporto e del magazzinaggio.
Moderati indizi di miglioramento – conclude l’Ufficio Studi – sembrano provenire, invece, dalle imprese del commercio.