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Apprezzato dai giovani con età compresa tra i 25 e i 34 anni, secondo un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research, la percentuale di chi sceglie di puntare sulle criptovalute è superiore del 53% rispetto alla media nazionale.

Gli strumenti più apprezzati

Allargando l’analisi agli altri strumenti scelti dai 21 milioni di italiani che hanno un investimento in corso emerge che i prodotti più diffusi sono le polizze vita, indicate dal 16,4% dei rispondenti, percentuale pari a circa 6,8 milioni di individui. Lo strumento risulta particolarmente amato dagli investitori con età compresa tra i 45 e i 54 anni (21,5%).

Sono invece 6,4 milioni gli italiani che hanno dichiarato di avere investito in un fondo pensione (15,5%); in questo caso la fascia di rispondenti che apprezza maggiormente questo strumento sono i 35-44enni (21,9%).

Nelle prime posizioni dei prodotti più usati dagli italiani per dare valore ai propri risparmi ci sono anche i fondi comuni di investimento (14,7%) e i titoli di Stato (14,5%); per entrambi gli strumenti i maggiori investitori sono gli over 65, con una percentuale che, rispettivamente, arriva al 22,5% e 19,9%.

Il 15,3% ha messo i propri risparmi su un conto deposito, strumento particolarmente apprezzato nel Nord Est (16,7%). Circa 4,7 milioni di italiani, infine, investono nel mercato azionario.

Identikit dell’investitore

A livello anagrafico, la propensione agli investimenti è più diffusa tra coloro che hanno un’età compresa tra i 45 e i 64 anni (55% rispetto al 51% rilevato a livello nazionale), mentre a livello territoriale, in percentuale, investono di più i residenti del Nord Ovest (59% rispetto al 47% rilevato al Sud e nelle Isole).

Ancor più significativa la differenza di genere; se tra gli uomini la percentuale di chi ha soldi investiti è pari al 61%, tra le donne crolla al 42%.

Motivazioni dell’investimento

Il 37% degl intervistati sostiene “non ho uno scopo preciso, lo faccio solo per far fruttare i miei risparmi”. Quasi un intervistato su tre, invece, ha dichiarato di farlo per costruire un patrimonio da utilizzare in caso di emergenza, mentre il 28% per contare in futuro su una pensione integrativa. Spesso, però, si investe per i figli: 1,9 milioni di individui dichiara di averlo fatto per lasciare un patrimonio agli eredi, 1,8 milioni per far fronte ai costi dell’educazione.

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