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Emirati Arabi Uniti-Italia, nuove sinergie coinvolgono i due Paesi, in primo luogo il settore energetico

Intervista con Lorenzo Fanara, Ambasciatore d’Italia ad Abu Dhabi, sul tema delle relazioni economico-commerciali bilaterali.

Lorenzo Fanara, da ottobre 2022, è Ambasciatore d’Italia presso gli Emirati Arabi Uniti. Entra in carriera diplomatica nel 1998 e svolge i primi incarichi a Roma per poi passare a ruoli di prestigio all’estero. Ultimi, in ordine temporale, Ambasciata di Mosca  fino al 2010, dove segue i temi economico-commerciali e in particolare il dossier di politica energetica e Ambasciatore d’Italia a Tunisi.
Il tema energetico è  stato al centro di alcuni obiettivi che sono stati discussi e siglati nella dichiarazione bilaterale, in occasione della visita della Presidente Meloni negli Eau per istituire una cooperazione rafforzata Italia-Emirati, in vista della Cop28 di Dubai.  Dopo la visita ufficiale della Premier molte cose sono cambiate in merito alle relazioni bilaterali fra i nostri due Paesi e di questo vogliamo fare il punto, nell’intervista con l’Ambasciatore Fanara.

Ambasciatore, nella sua visita negli Emirati Arabi Uniti, la premier Meloni ha siglato con il presidente Mohamed bin Zayed Al Nahyan una dichiarazione d’intenti sul partenariato strategico fra i nostri due paesi. Quali saranno i vantaggi per le imprese italiane che hanno investito in loco?

La visita del Presidente del Consiglio Meloni ad Abu Dhabi è stata molto positiva, in quanto ha permesso di rilanciare i rapporti bilaterali. La dichiarazione sul partenariato strategico bilaterale, firmata in occasione della visita dai due Ministri degli Esteri ha creato un nuovo e più intenso quadro istituzionale dal quale le imprese italiane potranno trarre vantaggi concreti. Grazie ad un clima di rinnovata fiducia presso le autorità emiratine, mi attendo specialmente importanti risultati nel settore energetico, in quello ambientale e in quello tecnologico e della difesa.

Il settore imprenditoriale italiano è presente nel Paese grazie ai colossi dell’industria. Che spazi ci sono per le pmi nostrane?

Non sono solo le grandi imprese italiane presenti nel paese, ma ci sono tantissime nostre Pmi che esportano le nostre eccellenze. Ad esempio, la prima voce delle nostre esportazioni nel mercato emiratino è la gioielleria, ma esportiamo tanto anche nell’agroalimentare e nei beni di lusso: dai mobili, alla moda, agli accessori. Il mercato emiratino è il primo mercato per il nostro export di tutta l’area Mena (Middle East and North Africa) e i dati sono in continua crescita e molto incoraggianti.

Come si deve muovere una pmi italiana per poter accedere al mercato emiratino?

Chiaramente ogni impresa ha una storia a sé. Però in generale il consiglio che darei è di partecipare alle fiere settoriali per farsi conoscere, facendo riferimento a Ice.  Anche l’ufficio commerciale dell’ambasciata è sempre a disposizione per consigli e suggerimenti. Nelle valutazioni della Pmi, terrei presente il fatto che gli Eau, oltre a costituire un importante mercato di consumo, si propongono come una piattaforma per poter esportare in un’area che va dall’india, all’Africa all’Indonesia. Soprattutto, sono importanti le potenzialità di export dagli Emirati verso India, Indonesia e Turchia, a seguito degli accordi di libero scambio firmati con questi Paesi.

Ci sono opportunita’ per le startup italiane?

Si, gli Emirati hanno un ecosistema dell’innovazione estremamente dinamico e numerose opportunità di crescita per le startup italiane. C’e’ qui grande attenzione soprattutto per i settori piu’ innovativi come sanita’, e-commerce, fintech. Sono presenti negli Emirati numerosi incubatori e programmi di mentoring per le startup piu’ promettenti, che possono accedere a finanziamenti e strumenti di crescita. Uno di questi e’ Hub71, nuovo ambizioso programma del governo di Abu Dhabi per attirare startup con notevoli incentivi.

L’ufficio Ice di Dubai e’ molto attivo su questo tema, facilitando la partecipazione di molte startup italiane a fiere e programmi di incubazione. Non e’ un caso che gli Emirati siano stati uno dei pochi Paesi individuati per ospitare il Global Startup Program, programma coordinato da Farnesina e Ice, che ha permesso di ospitare presso un innovativo incubatore di Dubai alcune delle migliori startup italiane per un programma di crescita.

Nell’incontro di Abu Dhabi, i due Premier hanno dato il via alla partnership in vista della Cop28 di cui gli Emirati assumeranno la presidenza. C’è una volontà comune per cambiare il corso della politica climatica?

Assolutamente sì, dobbiamo invertire la tendenza e accelerare lo sviluppo di energie rinnovabili. Decarbonizzare il settore dell’energia e’ cruciale per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni del 43% entro il 2030 e molte imprese italiane sono attive da tempo negli Emirati con progetti di tecnologia sostenibile. Per contenere l’innalzamento della temperatura globale a 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali e’ fondamentale un approccio pragmatico, in cui anche il settore privato fa la sua parte. Questi obiettivi e principi sono stati fissati nella dichiarazione bilaterale firmata in occasione della visita del Presidente Meloni per istituire una cooperazione rafforzata in vista della Cop28 di Dubai.

Il turismo fa la sua parte. Che contributo viene dato, dal settore, al Pil del Paese?

Gli Eau attirano sempre più turisti a livello globale e il settore contribuisce all’economia del Paese per circa il 10% del PIL. Tra i visitatori, moltissimi sono italiani, attirati da un’offerta di primo livello. Ma sono importanti anche i flussi dagli Emirati verso l’Italia. Gli emiratini amano visitare il nostro Paese, apprezzandone la cultura, la storia e i prodotti di eccellenza.

Infine Ambasciatore, un argomento che le sta a cuore. Come è vista la cultura italiana negli Emirati?

L’Italia e’ molto amata dagli emiratini, che conoscono il nostro Paese per le sue bellezze, la sua cucina e soprattutto la sua cultura. La promozione della cultura italiana, di cui qui c’è forte domanda, e’ una priorità del mio mandato. Anche grazie alla presenza dell’Istituto di Cultura di Abu Dhabi, il primo della regione del Golfo, abbiamo organizzato negli ultimi mesi alcuni importanti progetti, come la partecipazione dell’Italia come ospite d’onore alla grande Fiera Internazionale del Libro di Sharjah e una apprezzata mostra di manoscritti presso il Palazzo Presidenziale di Abu Dhabi. Anche la promozione della musica italiana, a partire dalla grande tradizione classica e operistica, ha qui un grande potenziale che stiamo sviluppando. Abbiamo molti altri progetti in cantiere, anche in vista della Cop28 che porrà, ancora una volta, dopo Expo, gli Emirati al centro dell’attenzione globale.

Giorgio Locatelli

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