Console Frescobaldi, Per il governo e la società svedese in generale, la parità di genere è una priorità. Anche nella diplomazia le donne sono sempre più numerose e su 13 Consoli Onorari di Svezia in Italia (uno dei quali entrerà in carica a maggio), 6 sono donne. Quali opportunità e quali sfide ha incontrato in quanto donna nel suo ruolo?
Sono fiorentina di nascita e per scelta, amo molto la mia città e la Toscana, una regione che ha una forte identità pur mantenendo tante diverse tipicità legate alla tradizione dei singoli luoghi, che siano città d’arte, campagna o mare fino alle montagne. Quando mi è stato chiesto dunque se fossi disponibile a ricoprire il ruolo di Console onorario per la Svezia in Toscana, ho accolto l’invito con entusiasmo perché se la Toscana affonda le radici nella tradizione, la Svezia rappresenta per molti aspetti l’evoluzione della tradizione verso la modernità. Un paese che è all’avanguardia non solo nella tecnologia, ma soprattutto su argomenti legati ai diritti civili, alla difesa dell’ambiente, all’immigrazione, tutti temi che oggi sono all’ordine del giorno anche in altri paesi europei. E in questa visione di apri pista ritrovo la stessa umanità e coraggio che nel 1786, su iniziativa del Granduca Pietro Leopoldo, portò la Toscana ad essere il primo Stato al mondo ad abolire la pena di morte.
Che cosa ha influito sulla sua scelta di rappresentare un paese come la Svezia?
Personalmente in quanto donna non ho mai sentito alcuna difficoltà nel mio ruolo e sebbene sia consapevole che la parità di genere sia necessaria, spero che presto possa non esser più una questione su cui soffermarsi, perché normalmente accettata e condivisa. In modo che sia soltanto il merito ad interessare e a prevalere.
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