Questo aumento è dovuto principalmente ad una crescita del 30,2% delle quantità esportate, nonostante una diminuzione dei prezzi del 6,6%. Tra i prodotti che hanno trainato questa crescita spiccano i prodotti primari, che hanno raggiunto un valore di 1.785 milioni di dollari, con un incremento del 40,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
D’altra parte, le importazioni dell’Argentina hanno subito un calo significativo del 35,4%, per un totale di 4.679 milioni di dollari nel giugno 2024. Questo calo è dovuto sia alla diminuzione del 34,5% delle quantità importate che alla riduzione dell’1% dei prezzi. I beni intermedi e le parti e accessori di beni d’investimento sono stati gli usi economici più colpiti, con cali rispettivamente del 37,6% e del 37,3%.
Le prestazioni di diversi settori e partner commerciali. I prodotti primari e i manufatti di origine agricola sono stati le voci che hanno registrato i maggiori incrementi nelle esportazioni, mentre i beni strumentali e i beni intermedi hanno registrato le maggiori diminuzioni delle importazioni.
Tra i principali partner commerciali dell’Argentina si è distinta la Cina, che ha incrementato le esportazioni argentine del 122,9%, raggiungendo un totale di 1.051 milioni di dollari. Il Brasile, la seconda destinazione più importante, ha registrato esportazioni per 990 milioni di dollari, il 9,0% in più rispetto a giugno 2023.
Al contrario, le importazioni dal Brasile sono diminuite del 52,0%, per un totale di 986 milioni di dollari. Anche gli scambi con l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno presentato variazioni significative. Le esportazioni verso l’Unione Europea sono aumentate del 36,5%, mentre le importazioni sono diminuite del 17,7%. Nel caso degli Stati Uniti, le esportazioni argentine sono cresciute del 22,8%, ma le importazioni sono diminuite del 30,8%. Il saldo commerciale positivo registrato nel giugno 2024 si inquadra in un contesto di sfide e opportunità per l’economia argentina.
La capacità di mantenere e aumentare questo surplus dipenderà dall’evoluzione dei prezzi internazionali, dalla domanda globale e dalla capacità del Paese di diversificare i propri mercati di esportazione. (Ice Buenos Aires)