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Festival dell’Economia-Casalino: “Una politica industriale europea per le tecnologie innovative”

“La nuova stagione della politica industriale si muove su vari asset: transizione 5.0, transizione green e transizione digitale” ha spiegato Paolo Casalino, direttore generale per la politica industriale presso il Ministero delle imprese e del Made in Italy.

Una riconversione che sarà resa possibile grazie al bilancio europeo, in primis i fondi Pnrr, ed al ruolo del capitale privato. Casalino ha quindi evidenziato tre temi che, all’interno di questa trasformazione industriale europea, l’Italia deve affrontare: l’Industrial deal, con il finanziamento di alcuni settori grigi, l’ulteriore riduzione degli oneri burocratici per le aziende (si chiede il – 40%) e l’impostazione delle condizioni per il futuro, ovvero: cosa farà l’Italia dopo il 2026, dopo il Pnrr?.

Una trasformazione che deve portare le aziende ad essere più competitive, puntando sul Made in Italy, ha ricordato Marco Taisch, presidente del Mics, il Made in Italy Circolare e Sostenibile.

Si tratta di un partenariato esteso tra università, centri di ricerca e imprese finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, composto da 25 partner sia del settore pubblico che industriali, con l’obiettivo di ripensare il Made in Italy in chiave sostenibile.

“Quando si parla di Made in Italy si pensa a turismo, cibo, moda, ma questi settori hanno un’incidenza minore sul Pil rispetto ad un altro settore nascosto, la meccanica e l’automazione. Da soli i tre settori chiave dello scenario industriale italiano ovvero moda, arredamento e automazione di fabbrica, con il loro indotto rappresentano il 52% del Pil italiano. Non dobbiamo dimenticare infine che l’Italia è un paese importante dell’Unione Europea, per questo ci stiamo reinventando un Made in Italy europeo”.

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