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Giubileo degli artisti, Notte Bianca in San Pietro

Un percorso di alta suggestione artistica e spirituale, quello nella basilica vaticana dal Dicastero per la Cultura. “L’arte deve far riscoprire la bellezza ed essere in qualche modo consolatoria in un momento storico così difficile”, osserva il regista Chiodi che ha curato l’allestimento. “L’arte ha bisogno di coraggio, io credo molto nel nostro mestiere come occasione di speranza”

La responsabilità degli artisti è nel far risplendere la bellezza. Lo aveva scritto il Papa nell’omelia della Messa giubilare del mattino, pronunciata dal cardinale José Tolentino De Mendonça, e ne è convinto il regista Andrea Chiodi, il quale per l’occasione ha allestito questo tempio della cristianità con l’esperienza mutuata dal teatro. Il cammino verso la basilica è attratto dalle piccolissime vibrazioni del campanone di San Pietro che, intercettate dall’artista statunitense Bill Fontana, producono nel portico antistante quelli che sono stati definiti dall’ambasciatore Vattani “gli echi muti di una grande scultura sonora”. Si entra al buio. L’unico fascio di luce è sulla Pietà di Michelangelo: è la Madonna che porge il Cristo mentre le Laudi di Jacopone da Todi avvolge inquietudini e vulnerabilità. “È Maria che dice qual è la strada, una strada fatta anche di dolore”, precisa Chiodi. Poi c’è il Bernini e la Gloria dell’Altissimo, con lo Spirito Santo che campeggia nel centro della navata: ti fa alzare lo sguardo in una pioggia di speranza. Ma è un avvicinamento lento, fatto di stupori progressivi e ben dosati: piccoli segni di luce illuminano le statue laterali che conducono accanto al baldacchino.

Qui è la musica di Bach eseguita al violoncello da Jacopo Di Tonno a ipnotizzare con un magnetismo dolcissimo. “Un’esperienza inimmaginabile e indimenticabile”, dirà il musicista alla fine. “Ogni piccola nota ha cercato di entrare nell’ambiente, in un matrimonio perfetto tra la bellezza visiva e quella dell’esecuzione”. Un concerto intimo, con le persone che sostano a pochi centimenti dallo strumento, a tu per tu con la sorgente. “Credo che la bellezza possa realmente salvarci, che sia un motore di vita serena”.

 

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