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Gruppo Mediocredito Centrale approva i risultati al 31 marzo. Utile netto a 26,6ml rispetto ai 6,9ml dello stesso periodo dell’anno precedente

Il Consiglio di Amministrazione di Mediocredito Centrale ha approvato il Resoconto Intermedio di Gestione Consolidato e Individuale di Mediocredito Centrale al 31 marzo 2024.

  • +286% l’utile netto consolidato del primo trimestre 2024, pari a 26,6 milioni, rispetto a 6,9 milioni al 31 marzo 2023. Il risultato consolidato rileva la positiva performance di tutte le banche del Gruppo, con la Capogruppo Mcc che ha conseguito un utile di 9,3 milioni (rispetto a 3,7 milioni al 31 marzo 2023), BdM Banca ha registrato un utile di 8,7 milioni (rispetto ad una perdita di 2 milioni al 31 marzo 2023) e Cassa di Risparmio di Orvieto ha rilevato un utile di 3 milioni (rispetto a 2,7 milioni al 31 marzo 2023. Al risultato aggregato delle tre banche, pari a 21 milioni, si aggiungono effetti positivi di consolidamento per 5,6 milioni.

+23% il margine di interesse, pari a euro 82,5 milioni rispetto a euro 66,9 milioni al 31 marzo 2023, grazie al positivo andamento dei tassi di interesse di mercato ed alla crescita del portafoglio creditizio.

+3% commissioni nette pari a 41,6 milioni rispetto a 40,3 milioni al 31 marzo 2023. Stabili le commissioni derivanti dalla gestione delle garanzie pubbliche (10,8 milioni al 31.03.2024 rispetto a 10,4 milioni al 31 marzo 2023), in crescita le commissioni da consumer finance e da servizi di investimento.

+18% il margine di intermediazione, pari a 122,9 milioni, rispetto a 104,3 milioni al 31 marzo 2023.

  • Riduzione del cost income dal 76,3% al 31 marzo 2023 al 72,7% al 31 marzo 2024.
  • Impieghi netti a clientela +1%, pari 9,82 miliardi (rispetto a 9,71 miliardi al 31 dicembre 2023). Continua il supporto all’economia: erogati nel trimestre più di 490 milioni, di cui il 77% a favore di piccole e medie imprese e il 23% delle famiglie.

Grado di copertura dei crediti deteriorati su base aggregata al 43,9% in linea con il dato di fine 2023 (44,1%). Stabili anche l’Npl ratio lordo (7,9% vs 7,8% al 31 dicembre 2023) e netto, pari al 4,6%.

Riserva da valutazione in miglioramento da -49,8 milioni al 31 dicembre 2023 a -38,2 milioni al 31 marzo 2024, con effetto positivo sul patrimonio di 11,6 milioni.

Crescita dei coefficienti di solidità patrimoniale: Cet1/Tier1 ratio al 13,88% (rispetto al 13,03% al 31 dicembre 2023) e Total Capital ratio al 15,08% (rispetto al 14,23% al 31 dicembre 2023) che recepiscono il computo dell’utile netto di periodo nel capitale primario di classe 1 (Cet1). I ratio risultano superiori ai requisiti Srep fissati dall’Autorità di vigilanza per il prossimo 30 giugno.

In particolare, il risultato economico consolidato del trimestre evidenzia che:

  • Il margine di interesse si attesta a 82,5 milioni, in crescita del 23% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (66,9 milioni), grazie al positivo andamento dei tassi di interesse di mercato ed alla crescita del portafoglio creditizio.
  • Le commissioni nette registrano un +3% passando da 40,3 milioni al 31 marzo 2023 a 41,6 milioni al 31 marzo 2024. Stabili le commissioni derivanti dalla gestione delle garanzie pubbliche (10,8 milioni al 31 marzo 2024 rispetto a 10,4 milioni al 31 marzo 2023), in crescita le commissioni da consumer finance e da servizi di investimento.
  • Il margine di intermediazione è pari a 122,9 milioni, +18% rispetto al dato del 31 marzo 2023 (104,3 milioni).
  • Le rettifiche per rischio di credito ammontano a 4,1 milioni, rispetto a 10,1 milioni al 31 marzo 2023, comprensive di effetti positivi di consolidamento rispettivamente pari a 3,6 milioni al 31 marzo 2024 e 1,4 milioni al 31 marzo 2023. Se si escludono gli effetti di consolidamento, il dato aggregato è pari a 7,7 milioni rispetto a 11,5 milioni al 31 marzo 2023.
  • Il risultato netto della gestione finanziaria si attesta quindi a 118,8 milioni nel primo trimestre 2024, rispetto a 94,5 milioni al 31 marzo 2023, facendo segnare un +26%.
  • I costi operativi passano da 78,8 milioni al 31 marzo 2023 a 83,6 milioni al 31 marzo 2024, con un incremento del 6%, di cui:

la componente spese per il personale, passa da 49 milioni al 31 marzo 2023 a 54,4 milioni al 31 marzo 2024, principalmente per effetto del rinnovo contrattuale;

le altre spese amministrative passano da 29,2 milioni al 31 marzo 2023 a 31,7 milioni al 31 marzo 2024;

gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri presentano un saldo positivo pari a 5,7 milioni di euro (saldo positivo di 0,7 milioni al 31 marzo 2023), grazie a riprese di valore sopravvenute nel periodo.

Da un punto di vista patrimoniale, la situazione consolidata al 31 marzo 2024 evidenzia i seguenti principali aggregati.

  • Il portafoglio titoli Htcs, costituito per la quasi totalità da Titoli di Stato della Repubblica Italiana, è pari a 2.478 milioni rispetto a 3.014 milioni al 31 dicembre 2023; la variazione nel primo trimestre 2024 è dovuta alla scadenza di titoli per un nominale di circa 645 milioni.
  • I crediti netti verso clientela sono pari a 9.818 milioni, in crescita rispetto al dato al 31 dicembre 2023 (9.708 milioni, +1%). A livello aggregato, prima dell’applicazione degli effetti di PPA e dell’Ecl di consolidato, i crediti deteriorati verso clientela presentano un saldo contabile netto pari a 457,6 milioni di euro (450,7 milioni di euro a fine 2023), con un grado di copertura dei fondi rettificativi sostanzialmente stabile e pari al 43,9% (44,1% al 31 dicembre 2023). Le variazioni degli stock di crediti deteriorati determinano un’incidenza percentuale degli stessi sul totale impieghi verso clientela (i.e. Npls ratio netto) stabile al 4,6%. Anche l’Npls ratio lordo si mantiene su livelli stabili rispetto all’esercizio precedente, attestandosi al 7,9% (7,8% a fine 2023).
  • La raccolta diretta si attesta complessivamente a 12.489 milioni rispetto a 13.061 milioni al 31 dicembre 2023, per effetto dell’andamento dei seguenti aggregati:

la raccolta da banche passa da 2.177 milioni al 31 dicembre 2023 a 1.768 milioni al 31 marzo 2024 per effetto principalmente della riduzione delle esposizioni verso banche centrali. La dipendenza da funding Bce rappresentava il 26% del totale della raccolta al 31 marzo 2023, il 10,4% al 31 dicembre 2023 e l’8,2% al 31 marzo 2024;

la raccolta da clientela si attesta a 9.797 milioni rispetto a 9.922 milioni al 31 marzo 2023, per effetto prevalentemente del decremento (-2,5%) della raccolta tradizionale costituita da conti correnti e depositi liberi;

o   I titoli in circolazione passano da 962 milioni a 924 milioni.

  • I fondi per rischi e oneri ammontano a 231 milioni, sostanzialmente in linea rispetto al dato al 31 dicembre 2023 (244 milioni).
  • Il patrimonio netto consolidato ammonta a 975 milioni, rispetto a 938 milioni al 31 dicembre 2023; oltre all’utile di periodo, l’aggregato risente positivamente della variazione della riserva da valutazione.

Per quanto riguarda l’adeguatezza patrimoniale a livello consolidato, considerato il computo nel Cet1 dell’utile di periodo[1] al 31 marzo 2024, i ratio patrimoniali consolidati si attestano al 13,88% (Cet1/Tier1 ratio, 13,03% al 31 dicembre 2023) e al 15,08% (Total capital ratio, 14,23% al 31 dicembre 2023), quindi al di sopra dei requisiti Srep fissati dall’Autorità di vigilanza per il prossimo 30 giugno.

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