Sondaggio annuale condotto da Ey sull’attrattività dell’Europa e dell’Italia. I dati evidenziano per la prima volta dal 2019 un calo dei progetti di Investimenti Diretti Esteri (Ide) in Europa, con una diminuzione di circa il 4%. Parallelamente, l’Italia ha registrato una flessione degli Ide del 12%, ma consolidando la propria quota di mercato. Le imprese rimangono ottimiste sulle prospettive per l’Italia: il 74% dei dirigenti intervistati prevede di espandere o stabilire le proprie attività nel Paese nei prossimi 12 mesi, un dato in aumento rispetto al 54% del 2023
“L’Italia ha l’opportunità di consolidare il proprio ruolo come una delle destinazioni più attrattive per gli Ide nel nostro continente. Il nostro Paese è la quarta economia europea, dopo Germania, Regno Unito e Francia, e può fare affidamento su un tessuto imprenditoriale diversificato, istituzioni accademiche e di ricerca di primo ordine e una forza lavoro qualificata, anche se in contrazione. Per fare leva su questi fattori è importante ottimizzare la sinergia tra governo, istituzioni e settore privato, mettendo al centro le grandi sfide della nostra nazione: maggiore efficienza e costi più competitivi per l’energia; politiche industriali che supportino l’integrazione tra sostenibilità, innovazione e competitività; rielaborazione dei modelli di business e operativi in risposta alla rivoluzione tecnologica” spiega Marco Daviddi Managing Partner Strategy and Transactions di EY in Italia.
Trend di nearshoring
La maggior parte degli Ide in Italia proviene dall’Europa; a questi si aggiunge una importante quota del 19% da parte di imprese statunitensi. Tornano a crescere gli investimenti cinesi passati da una quota del 2% nel biennio 2021-2022 al 5% nel 2023.
Tornano a crescere gli investimenti nel settore della logistica nel 2023, con circa il 16% dei progetti di investimento che si focalizzano in questo ambito, rispetto a circa il 10% nel 2022, con una crescita del 46% in termini di numero di progetti soprattutto nel comparto dei macchinari e delle attrezzature, nel settore farmaceutico e in quello dell’abbigliamento.
Ottimismo per il futuro
Il 68% dei dirigenti intervistati nell’EY Attractiveness Survey 2024 ritiene che l’Italia nei prossimi tre anni possa incrementare la propria attrattività. Questa percentuale riflette un certo ottimismo da parte delle aziende che vedono nel Paese un potenziale di crescita e sviluppo. Inoltre, il 74% degli intervistati prevede di espandere o stabilire le proprie attività in Italia nei prossimi 12 mesi, un dato in aumento rispetto al 54% del 2023. Si rinnova dunque la fiducia nelle capacità dell’Italia di attrarre e mantenere investimenti esteri. I settori più promettenti per gli investimenti futuri includono i servizi finanziari e l’industria chimico-farmaceutica, che sono visti come motori di crescita e innovazione.
Elevata consapevolezza del momento storico attuale
Il 10% degli intervistati ritiene che la principale area di intervento per i policymaker nazionali, con l’obiettivo di supportare l’attrattività del Paese, consista nel promuovere un’appropriata formazione e sviluppo delle competenze, mentre secondo il 9% l’attenzione dovrebbe focalizzarsi nel supportare l’innovazione. Le altre aree che emergono, su cui indirizzare politiche attive a supporto dell’attrattività, sono gli investimenti in infrastrutture e ammodernamento delle aree urbane, politiche di sostenibilità ambientale, nuove soluzioni di approvvigionamenti energetici e politiche a tutela della filiera industriale nazionale. Migliorare queste aree renderebbe, secondo gli investitori intervistati, l’Italia un Paese più competitivo a livello globale.
“Il Pnrr, secondo il nostro sondaggio, è percepito dalle imprese internazionali come un’importante opportunità per superare i ritardi accumulati negli anni. L’attuazione degli investimenti del Pnrr sta contribuendo a sostenere un tasso di crescita nazionale superiore a quella di altre grandi economie europee per il biennio 2024-2025, anche se negli ultimi mesi l’andamento del settore industriale e delle esportazioni stanno impattando la performance complessiva a livello nazionale. Proprio in un contesto europeo sotto pressione dal punto di vista della domanda, dell’innovazione e degli investimenti, abbiamo una opportunità importante per riposizionare la nostra nazione e occorre un grande lavoro di squadra per raggiungere i risultati attesi” conclude Marco Daviddi.