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Il Papa in Indonesia, il più grande Paese musulmano del mondo

Una forte collaborazione interreligiosa segno di una società pluralista caratterizzata dai principi del Pancasila, alla base dell’armonia, della cura e del rispetto per gli altri. È questo che distingue l’Indonesia, il più grande Paese musulmano del mondo dove Papa Francesco  ha incontrato, nella Moschea Istiqlal di Jakarta, il Grande Imam, Nasaruddin Umar,.

La centralità del dialogo interreligioso in Indonesia viene confermata da padre Marcus Solo Kewuta, funzionario del Dicastero per il Dialogo interreligioso, e indonesiano di nascita, con alle spalle una vasta esperienza di relazioni tra fedi, in particolare tra cattolici e musulmani in Asia e nel Pacifico.

“Quella indonesiana è una società estremamente pluralista”, spiega – sottolineando l’impressionante capacità di convivenza tra la miriade di gruppi etnici, religioni e lingue che caratterizzano le 17mila isole che compongono il Paese. Tale diversità richiede un impegno quotidiano nel dialogo interreligioso, che comprende varie forme, aggiunge, come “il dialogo della vita, il dialogo della collaborazione, il dialogo degli scambi spirituali e il dialogo delle riflessioni teologiche”. Inoltre, osserva, “come ebbe giustamente a dire Papa Giovanni Paolo II, c’è anche il dialogo del cuore, e tutti questi tipi di dialogo si svolgono quotidianamente in Indonesia”.

La Dichiarazione congiunta

La firma della Dichiarazione congiunta nella Moschea ha rappresentato uno dei momenti salienti della visita del Papa, a simboleggiare l’importanza della promozione della pace e della reciproca comprensione.

 

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