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Industria francese riconquista la sua competitività a livello globale

Secondo un recente studio del Boston Consulting Group , all’inizio della pandemia, le guerre commerciali, il conflitto in Ucraina e altre perturbazioni globali hanno causato “movimenti tettonici massicci” nel panorama industriale mondiale.

Il cambiamento più significativo è stato la divergenza dei costi del lavoro, con un aumento marcato del 24% in Cina e del 21% negli Stati Uniti.Anche la Germania è stata fortemente colpita da un significativo aumento dei costi salariali dovuto alla rivalutazione del salario minimo l’anno precedente.

In confronto, la Francia ha sperimentato un’inflazione salariale più moderata, creando un divario di costo salariale del 20% rispetto alla Germania, parzialmente compensato da una produttività superiore del 7%, con un divario netto del 13%.Oltre ai costi salariali, altri fattori come i costi energetici hanno contribuito a rafforzare la competitività delle fabbriche francesi.

La Francia ha così preso il posto della Germania nel 2018 all’interno dell’Europa occidentale, superando l’Italia, la Svizzera, i paesi nordici e il Belgio.In definitiva, questi cambiamenti hanno spinto le aziende a diversificare le fonti di approvvigionamento, anche a costo di margini lordi leggermente inferiori, al fine di garantire la affidabilità delle forniture in un mondo in costante evoluzione. Con questi vantaggi competitivi appena acquisiti, l‘industria francese è pronta a prosperare in un ambiente industriale in continua mutazione. (Ice Parigi)

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