Lo studio analizza il gap di competitività delle imprese italiane sui mercati globali e individua le leve strategiche per colmarlo. Edison Next è già al fianco delle aziende per costruire percorsi di decarbonizzazione che vanno dall’efficienza energetica e dal fotovoltaico al biometano e all’idrogeno, e conferma questo impegno
Lo studio ha analizzato i cinque principali settori per emissioni (scope 1(1)) in Italia: acciaio, chimica, cemento, carta, ceramica
L’industria italiana rischia di perdere competitività sui mercati globali se non vengono adottate strategie efficaci, interventi strutturali e investimenti in tecnologie di decarbonizzazione. È quanto emerge dallo Studio “Industria e decarbonizzazione: quale competitività tra scenari futuri ed evoluzione tecnologica” sviluppato da Edison Next e Boston Consulting Group (Bcg) che analizza l’impatto delle politiche di transizione energetica su cinque settori energivori – acciaio, chimica, cemento, carta, ceramica – che hanno partecipato alla realizzazione dello studio(2) – evidenziando il gap di competitività(3) dell’industria italiana rispetto ad altri Paesi.
“La transizione energetica dell’industria italiana è una sfida complessa che richiede un equilibrio tra sostenibilità e competitività. Il nostro impegno è accompagnare le imprese in questo percorso con un mix di tecnologie che evolve nel tempo dal fotovoltaico e le biomasse del breve periodo fino all’idrogeno e al nucleare nel lungo termine. Nell’immediato i contratti Power Purchase Agreement accoppiati a impianti di generazione rinnovabile e l’efficienza energetica sono la soluzione più efficace per ridurre le emissioni legate al processo produttivo e al contempo i prezzi dell’energia, che sono una componente di costo importantissima per i settori industriali analizzati nello studio. La transizione non deve essere solo un obiettivo ambientale, ma anche una leva di competitività per il sistema industriale italiano”, ha dichiarato Giovanni Brianza, Ceo di Edison Next.
“La competitività dell’industria europea dipenderà sempre più dalla capacità di intervenire su due fronti strategici: da un lato, è fondamentale ridurre il prezzo dell’energia, che in Italia e in Europa resta significativamente più alto rispetto a Paesi extra-Ue, incidendo in modo diretto sui settori energivori; dall’altro, è urgente garantire un quadro regolatorio internazionale equo sul fronte decarbonizzazione, in cui tutti gli attori industriali competano alle stesse condizioni. Il Cbam rappresenta un passo nella giusta direzione, ma deve essere accompagnato da un’accelerazione sull’applicazione di tecnologie di decarbonizzazione, affinché la transizione non sia un ostacolo ma una leva di sviluppo industriale” spiega Alice Iaia, Partner di Bcg e co-autrice dello studio.