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Industria orobica, il settore con maggiore sensibilità verso la sostenibilità

L’86% del campione intervistato giudica questo tema molto o abbastanza importante, piazzandosi in testa non solo agli altri settori economici ma anche all’industria in Lombardia (83%). Significativa è comunque la percentuale di risposte dell’artigianato manifatturiero (72%), caratterizzato da dimensioni più piccole, oltre che del commercio al dettaglio (78%) e degli altri servizi (80%).

Questi in estrema sintesi i risultati dell’approfondimento tematico realizzato dalla Camera di commercio sulla sostenibilità ambientale e sociale nei principali settori economici della provincia. Come è evidente, queste tematiche hanno conquistato ormai la centralità nelle strategie di sviluppo delle imprese.

Alla domanda circa la realizzazione o almeno la programmazione di azioni concrete, divisi nei due ambiti sociale e ambientale, le percentuali sono tuttavia inferiori.

Le imprese bergamasche sono più avanti nell’implementazione di misure a favore della sostenibilità ambientale, soprattutto nell’industria dove il 78% dichiara di aver adottato o programmato azioni per ridurre l’impatto delle proprie attività. Seguono i servizi, dove tale percentuale si attesta al 63%, mentre valori inferiori, ma comunque superiori al 50%, si registrano nell’artigianato e nel commercio al dettaglio.

A parte la raccolta differenziata, applicata sostanzialmente dalla totalità delle imprese, le principali misure riguardano il controllo dell’utilizzo di energia e acqua per ridurre il consumo e il monitoraggio delle emissioni. Nel manifatturiero (industria e artigianato) vengono inoltre segnalate la certificazione della produzione e il riciclo degli scarti, mentre nel terziario (servizi e commercio al dettaglio) acquistano rilevanza l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e l’impiego di trasporti a basso impatto.

Le imprese che hanno adottato o programmato misure per migliorare l’impatto sociale o per ridurre quello ambientale indicano in particolare motivazioni legate alla coerenza con la propria strategia o mission, soprattutto nell’industria, e alla reputazione. Sul tema della sostenibilità sociale, acquista inoltre rilevanza il consolidamento dei legami con la comunità locale (dal 31% dell’artigianato al 53% di industria e commercio al dettaglio). La spinta fornita dagli incentivi e sussidi messi in campo dalle istituzioni, pur non risultando decisiva, agisce soprattutto sulla riduzione dell’impatto ambientale (dal 12% nell’artigianato al 21% nei servizi).

Per quanto riguarda invece la sostenibilità sociale, il 61% delle imprese industriali bergamasche ha intrapreso azioni per il miglioramento dell’impatto delle proprie attività, a fronte del 55% in Lombardia. Industria ancora in testa, quindi, perché il commercio al dettaglio è al 55%, i servizi al 48%, mentre le imprese artigiane mostrano una bassa propensione verso questo ambito, con solo il 28% che dichiara di avere messo in cantiere delle misure, dato inferiore alla media regionale.

Come hanno agito le imprese per migliorare il proprio impatto sociale? L’intervento principale è la formazione continua del personale, al primo posto in tutti i settori con percentuali superiori al 90%, con l’eccezione dell’artigianato dove tale quota si ferma al 71%. Le imprese artigiane puntano soprattutto sulla promozione dei fornitori del territorio, al terzo posto della graduatoria per gli altri settori, mentre la valutazione del benessere lavorativo è un’azione diffusa trasversalmente, con percentuali comprese tra l’80% e il 90%. Altre misure segnalate riguardano il controllo delle quote di età, genere, etnia e disabilità nel proprio organico, la partecipazione a progetti di alternanza scuola-lavoro e i rapporti con chi si occupa di solidarietà. Nel commercio al dettaglio viene indicata l’alleanza con le altre eccellenze del territorio, delineando una particolare attenzione delle imprese della distribuzione nel rapporto con la comunità locale.

 

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