L’inflazione pesa sulle famiglie con la frutta che registra al consumo un aumento del 13% che per la verdura sale al 18,3%. I produttori agricoli chiedono un prezzo minimo che copra almeno i costi di produzione come prevede la legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. E’ quanto emerge dall’analisi dalla Coldiretti sui dati Istat sull’andamento dell’inflazione a gennaio 2024 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno che registra un aumento per l’alimentare del 5,8% rispetto allo 0,8% dell’indice generale.
Con l’aumento esponenziale dei costi di produzione in campagna e l’andamento climatico anomalo che ha decimato i raccolti, con tagli della produzione per caldo, siccità e maltempo – sottolinea la Coldiretti – occorre garantire ai produttori un compenso adeguato come sottolineato anche nel corso della protesta a Bruxelles, con oltre un migliaio di agricoltori della Coldiretti a manifestare davanti alla sede del Parlamento europeo.
Per buona parte dell’ortofrutta italiana solo dopo mesi avviene la liquidazione ai produttori ai quali – spiega la Coldiretti – vengono peraltro addebitate sia le contestazioni sul livello qualitativo che tutte le inefficienze e gli errori di chi sta a valle della filiera. A partire – continua la Coldiretti – dall’aumento dei costi di benzina e gasolio con l’88% delle merci che viaggia su gomma e la logistica che arriva ad incidere attorno ad 1/3 dei costi di produzione della frutta e verdura in Italia per il gap infrastrutturale del Paese.
Per produrre cibo sano e di qualità serve una giusta remunerazione – sottolinea Coldiretti – un giusto reddito per gli agricoltori. Sostenere gli accordi di filiera serve proprio a costruire mercati più equi, con una più giusta distribuzione del valore. E più trasparenti per i consumatori. La nuova Politica agricola comune – conclude Coldiretti – dovrà incentivare questo modello che rafforza i rapporti tra produzione, trasformazione e commercializzazione, anche per contrastare le pratiche sleali.