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Innovazione tecnologica, integrazione verticale ed espansione internazionale mirata, nella strategia di Byd. Intervista a Alfredo Altavilla

di Stefano Bergonzini

Il mondo dell’auto sta vivendo un momento di profonda cambiamento. Dopo la revisione il 5 marzo scorso al Regolamento comunitario che impone lo stop ai motori termici a partire dal 2035, si incomincia a parlare di “strategia multienergia”. Il maggior problema nel settore è che in Europa le vendite non decollano, la transizione alla mobilità elettrica continua a segnare il passo. In questa dinamica, il marchio cinese Byd, grazie a auto belle esteticamente e di prezzo accessibile, hanno conquistato una fetta significativa del mercato, mentre pochi giorni fa la marca , che ha sede a Shenzhen, ha annunciato che da aprile 2025 immetterà sul mercato auto elettriche con batterie a ricarica ultraveloce, che in soli 5 minuti garantiranno una percorrenza di circa 400 chilometri. Abbiamo parlato di questi argomenti con Alfredo Altavilla, special advisor per l’Europa della Casa. La Tech Company Byd si è attestata nel 2024 al primo posto tra i brand cinesi, con una crescita del 15% e a inizio 2025 ha toccato la quota dell’1%. Come è stato possibile questo risultato?

Il successo di Byd nel 2024 e la crescita ulteriore nel 2025 sono il risultato di una strategia chiara basata su innovazione tecnologica, integrazione verticale e un’espansione internazionale mirata. La nostra leadership nel settore è stata possibile grazie allo sviluppo interno di tecnologie chiave, come la Blade Battery, che garantisce maggiore sicurezza ed efficienza, e piattaforme avanzate come l’e-Platform 3.0. Tutte innovazioni create dal nostro team di ricerca e sviluppo, il più grande al mondo, con ben 120.000 ingegneri impegnati ogni giorno a progettare soluzioni all’avanguardia Lo scorso marzo la Commissione europea ha varato il Piano d’azione per l’auto, confermando lo stop ai motori termici per il 2035, ma inserendo il concetto di neutralità tecnologica, che di fatto è una marcia indietro sul monopolio dell’elettrico. Come valutate questa scelta?

La decisione della Commissione europea di confermare lo stop ai motori termici dal 2035, introducendo però il concetto di neutralità tecnologica, dimostra che il dibattito sulla transizione della mobilità è ancora aperto e che il percorso verso le zero emissioni deve essere realistico e sostenibile per l’intero ecosistema industriale. Byd è fermamente convinta che l’elettrificazione sia la soluzione più efficiente e sostenibile per il futuro della mobilità. Lo dimostrano i progressi nella tecnologia delle batterie allo stato solido e il lancio della Super e-Platform, che vanta un sistema di ricarica in grado di raggiungere una potenza di 1000 kW, per cui bastano solo cinque minuti di ricarica per un’autonomia di circa 400 chilometri. Allo stesso tempo, crediamo che la transizione debba essere graduale, consapevole e inclusiva, ed è per questo che Byd ha sviluppato il Super Ibrido Dm-i, una tecnologia plug-in estremamente efficiente, in grado di offrire un’esperienza elettrica con autonomia estesa e consumi ridotti. Questo permette di avvicinare ancora più consumatori alla mobilità sostenibile, senza le limitazioni delle infrastrutture di ricarica ancora in sviluppo in alcune aree.

Con l’apertura dello stabilimento in Ungheria potrebbe finire per voi il problema dei dazi doganali che sta creando grande confusione. È confermato questo progetto?

Sì, l’apertura dello stabilimento Byd in Ungheria è un progetto confermato e rappresenta un passaggio strategico fondamentale per la nostra espansione in Europa. Si venderanno in Europa, auto prodotte in Europa. Questo impianto ci permetterà di garantire anche una maggiore efficienza logistica, l’azzeramento dei dazi doganali e un rafforzamento della nostra competitività. L’Europa è un mercato chiave per Byd, e la decisione di investire in un sito produttivo in Ungheria dimostra il nostro impegno a lungo termine nella Regione. Questo ci consentirà non solo di evitare le incertezze legate alle politiche tariffarie, ma anche di rispondere in modo più rapido ed efficace alla domanda locale, con prodotti sempre più in linea con le esigenze dei consumatori europei.

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