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Intesa Sanpaolo-Prometeia: fatturato del manifatturiero stabile rispetto al 2024

Fondamentale il contributo del canale estero. Gli indicatori anticipatori segnalano condizioni operative ancora deteriorate per l’industria manifatturiera, ma emergono anche deboli segnali di miglioramento, dalla contrazione meno intensa degli ordini alla risalita delle attese sulla produzione. Il recupero atteso nei prossimi mesi non sarà sufficiente, tuttavia, per riportare il manifatturiero italiano su un percorso di crescita, ma potrà garantire una sostanziale stabilizzazione del fatturato sui livelli 2024, a prezzi costanti e un modesto recupero a prezzi correnti (+1,8%, dopo il -3,4% registrato nel 2024), verso un giro d’affari complessivo pari a 1143 miliardi di euro, 229 miliardi in più rispetto al 2019.

La riattivazione del commercio intra-Ue sarà un fattore chiave per controbilanciare la situazione di generale debolezza degli scambi mondiali. Il recupero della domanda europea sarà guidato dal raffreddamento dell’inflazione, accompagnato da un’ulteriore discesa dei tassi ufficiali, e dalla ripresa della Germania dopo due anni di stallo del ciclo economico. Si tratta di un mercato rilevante per tutti i settori manifatturieri italiani e in molti casi, come per i produttori di intermedi, ancor più rilevante del mercato americano.

I settori best performer per esportazioni

Alimentare e bevande, Largo consumo e Farmaceutica, trainano la crescita anche se su ritmi decisamente meno vivaci rispetto al 2024.

Positiva anche l’evoluzione attesa delle vendite estere di Meccanica che si sommerà a un’accelerazione di consumi e investimenti sul mercato interno Anche il mercato interno darà un contributo alla crescita 2025, sia dal lato dei consumi che degli investimenti. Sul fronte consumi, saranno però soprattutto gli acquisti di servizi a beneficiare degli effetti positivi derivanti dalla discesa dell’inflazione e dei tassi, oltre che dai rinnovi contrattuali sul mercato del lavoro. Il recupero del potere d’acquisto delle famiglie sarà comunque parziale, dati i livelli dei prezzi che si manterranno superiori al pre-crisi e alla necessità di ricostituire i risparmi erosi durante la fase più acuta della spirale inflattiva. Gli acquisti di beni, soprattutto di durevoli per la mobilità e di prodotti voluttuari come la moda, continueranno a stazionare su livelli depressi. Sul fronte investimenti, la riduzione dei tassi e le buone condizioni reddituali delle imprese, unite alla presenza di incentivi (Zes unica e Transizione 5.0), favoriranno una ripartenza della componente beni strumentali, dopo la caduta del 2024, nonostante il freno indotto dall’incertezza.

Un sostegno sarà offerto anche dal proseguimento della doppia transizione e dal rafforzamento infrastrutturale connesso al Pnrr, i cui finanziamenti manterranno in crescita gli investimenti del Genio Civile, a fronte del rientro delle ristrutturazioni edilizie dai livelli record raggiunti nel 2023. Quadriennio 2026-29: industria manifatturiera in crescita più dinamica fino al 2027, sostenuta dal Pnrr Nell’orizzonte 2026-29 il manifatturiero italiano è atteso crescere a un ritmo medio annuo dell’1% in termini di fatturato deflazionato, sintesi di un biennio 2026-27 più dinamico (+1,2% il tasso di crescita medio annuo), grazie alla spinta degli investimenti del Pnrr e di un biennio 2028-29 che riporterà la crescita sotto l’1%.

A partire dal 2028, infatti, in assenza di nuovi provvedimenti a sostegno del mercato interno, il ruolo di traino tornerà a essere affidato soprattutto alle esportazioni. Il contesto di domanda mondiale si confermerà più debole rispetto al passato, caratterizzato dal permanere di rischi geopolitici e dall’insorgere di nuovi equilibri derivanti da modifiche nella geografia degli scambi. 3 La capacità dell’industria italiana di servire nicchie di mercato a elevato valore aggiunto, continuerà però a offrire opportunità sui mercati esteri. Secondo le stime Sp-Prmeteia, le esportazioni cresceranno a un tasso medio annuo dell’1,8% (a prezzi costanti) nel quadriennio 2026-29 e il saldo commerciale si assesterà sui 134 miliardi di euro al 2029 (circa 31 miliardi in più rispetto al 2019). Più della metà dell’avanzo commerciale sarà realizzato dalla Meccanica, che in prospettiva, oltre a beneficiare del recupero della domanda tedesca, potrebbe trovare sostegno anche nella potenziale ricostituzione della base produttiva americana. Al momento non sono da escludersi rischi di natura commerciale legati alle politiche Usa, anche in ottica prospettica.

 

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