Primo ‘Rapporto sulla Trasformazione Tecnologica della Filiera Agroalimentare presentato al Senato e promosso da Federalimentare, sostenuto da Confagricoltura e realizzato dal Centro di Ricerca Luiss-X.Ite, con la collaborazione degli esperti di Linfa AgriFoodTech Fund. Sempre secondo lo studio, è quindi necessario un investimento di attenzione e risorse da parte di tutti gli attori istituzionali e imprenditoriali che hanno a cuore un’accelerazione dell’ Agri&FoodTech che consenta di mantenere la leadership italiana nell’agroalimentare.
Nonostante la storia e la posizione dell’agroalimentare in Italia, infatti, nel 2024 sono stati investiti in startup Agri&FoodTech poco più di 100 milioni di euro, in calo rispetto al valore degli investimenti nel 2023 (poco più di 140 milioni di euro; -28%) e nel 2022 (poco più di 150 milioni di euro; -36% il decremento 2024 su 2022). Una tendenza solo in parte spiegata dall’emergenza Covid, che nel 2022 aveva spinto gli investimenti su startup in grado di innovare il mondo del commercio e dei servizi legati al cibo. Ecco che un’inversione di questo trend e un deciso cambio di passo è divenuto ormai urgente, anche per accelerare l’integrazione delle startup nei processi economici della filiera coinvolgendo piccole, medie e grandi imprese che già operano sui mercati nazionali e internazionali.
Regno Unito, Germania, Francia e Spagna investono più dell’Italia e, rapportando questo differenziale rispetto al peso che l’agroalimentare ha sul Pil dei diversi paesi, il divario appare davvero abnorme. Confrontando quanto investito in Italia con la media di quattro paesi europei di riferimento, emerge che per colmare il gap, per esempio, in rapporto al valore produzione agricola, il valore degli investimenti Agri&FoodTech dovrebbe essere oltre 500 milioni di euro annui. Ben 5 volte di più rispetto al dato reale del 2024.
Un divario che urge colmare con interventi molteplici da parte di tutti gli attori coinvolti. Anche perché l’ecosistema dell’Agri&FoodTech in Italia cresce ed è effervescente. Nel rapporto sono state mappate ben 550 startup, di cui 280 hanno avuto accesso ad almeno un round di investimento, seppure in gran parte in fase pre-seed o seed. Ecco che maggiori capitali e più investitori, sia professionisti del venture capital sia corporate, dovrebbero essere attratti e incentivati. Deve essere sempre ricordato che le innovazioni Agri&FoodTech quasi sempre (oltre l’80% dei casi) vanno a beneficio della de-carbonizzazione e quindi del clima, ma anche della produzione di energia e del migliore uso di risorse ambientali quali acqua e terra; e naturalmente della salute e del benessere, della produzione di nuovi materiali (“smart” e circolari) e, infine, della riduzione di disuguaglianze e quindi della giustizia sociale.