Per un’impresa, anche e soprattutto media e piccola, investire nell’innovazione è oggi fondamentale per crescere ed essere sempre più competitiva sui mercati nazionali e internazionali. E’ il tema di cui si è occupato Italian innovation summit.
In Italia sono attive oltre 200mila Pmi che sviluppano un giro di affari di 1.400 miliardi di euro, contribuendo a metà dell’export nazionale, e – secondo l’ultimo report di Sace e Teha– una su tre sta investendo in innovazione e formazione alle nuove competenze. Tuttavia, nonostante prestazioni superiori alla media Ue, nel suo complesso il nostro Paese è definito solo come “innovatore moderato” dell’European Innovation Scoreboard a causa della mancanza di competenze digitali e del fatto che le stesse Pmi non riescono ancora a creare ecosistemi interni che coinvolgano anche l’organizzazione. A tale situazione va, poi, aggiunto il fatto che il rapporto 2024 e-Government dell’Organizzazione dell’Onu ci vede ultimi in Europa sul piano della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, quando, invece, quest’ultima dovrebbe affiancare le aziende nell’acquisizione delle tecnologie abilitanti. L’evento, tramite gli interventi di decisori istituzionali, esperti dei vari settori, rappresentanti del mondo industriale e la presentazione di case history aziendali, vuole dare un quadro completo dello stato attuale e delle prospettive della digitalizzazione di imprese e Pa ed essere, nel contempo, una guida pratica per tutte le Pmi che vogliono innovarsi in una maniera che sia sostenibile ambientalmente, socialmente ed economicamente.