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“La Cina ha uno spazio politico sufficiente per affrontare le pressioni al ribasso sull’economia”

Intervista a Jia Guide, Ambasciatore cinese in Italia

Jia Guide, nuovo Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia e San Marino è arrivato a Roma l’11 gennaio 2023 per assumere il suo nuovo incarico. Il 16 dello stesso mese ha ricevuto le credenziali dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tempi molto rapidi rispetto al consueto protocollo, un segnale di disponibilità alla riapertura nei rapporti tra i due paesi anche da parte dell’Italia.

Relazioni Internazionali di Tribuna Politica ed Economica è stato fra i primi giornali ad intervistare l’Ambasciatore, nei giorni successivi al suo arrivo.

Sono convinto che i rapporti sino-italiani saranno sempre migliori” ha dichiarato quando lo abbiamo incontrato.

Ambasciatore Jia, l’economia cinese continua ad essere dinamica. Il Pil del 2023 si dovrebbe assestare al +4,5%. Quali previsioni per l’anno in corso? Nel 2023 quali saranno i settori industriali cinesi con elevati tassi di crescita?

Di recente le Nazioni Unite, il Fondo monetario internazionale e altre organizzazioni e istituzioni di investimento internazionali hanno significativamente rivisto al rialzo le loro stime sulla crescita economica cinese di quest’anno e le previsioni più ottimistiche arrivano al 5,7%. Le ragioni di questo generale ottimismo sono la forte capacità dell’economia cinese di resistere alle pressioni, il sufficiente impulso di sviluppo, l’ampio spazio di manovra e le numerose riserve politiche. Con la continua espansione della domanda interna, l’accelerazione dell’aggiornamento industriale e la promozione dell’apertura ad alto livello, insieme alla migliore pianificazione nella prevenzione e nel controllo dell’epidemia e nello sviluppo socioeconomico. Ci sono, quindi, motivi per restare ottimisti sulle brillanti prospettive dell’economia cinese.

I capitali esteri come si comportano nei confronti del vostro mercato?

Lo sviluppo economico cinese possiede un’evidente forza motrice interna e un’attrazione esterna. Oltre alle dimensioni dell’enorme mercato unico e alle potenzialità, la Cina dispone anche di una catena industriale completa e diversificata e personale di alta qualità. Quest’anno, nel periodo del Capodanno cinese, ci sono stati più di 300 milioni viaggi effettuati all’interno del territorio nazionale, le imprese chiave in settori quali la vendita al dettaglio e la ristorazione hanno realizzato per prime la ripresa e la domanda di consumo da parte delle persone continua ad ampliarsi; a causa del calo dei tassi di interesse globali, l’attrattiva dei beni cinesi per i fondi esteri è aumentata e i capitali stranieri continuano ad aumentare la propria partecipazione nel mercato cinese; con l’attuazione delle relative politiche di supporto della Conferenza centrale sui lavori economici alla fine dello scorso anno, le multinazionali sono ancor più fermamente ottimiste sulle opportunità cinesi e tra loro molte hanno aumentato gli investimenti e la cooperazione in Cina in nuovi ambiti e in nuovi business, come il 5G, l’intelligenza artificiale, l’internet delle cose, i veicoli intelligenti e connessi, la realtà virtuale e la realtà aumentata, l’internet industriale delle cose, le nuove energie, il verde a basse emissioni di carbonio. Crediamo che, con l’approfondimento della digitalizzazione e della transizione verde della Cina, i settori industriali collegati coglieranno nuove opportunità di sviluppo, raggiungendo una rapida crescita industriale.

Quali sono i punti salienti sui rapporti economici sino-italiani?

Grazie alle garanzie di meccanismi maturi, come il Comitato intergovernativo Cina-Italia, la Commissione economica mista Cina – Italia e il Business Forum Cina – Italia, le condizioni di sviluppo della cooperazione economica sino-italiana continuano a migliorare e gli ambiti di congiunzione sono sempre più estesi. La Cina è il primo partner commerciale dell’Italia in Asia, il volume degli scambi bilaterali ha registrato una forte crescita per tre anni consecutivi e lo scorso anno ha raggiunto i 77,88 miliardi di dollari, segnando un nuovo record. Inoltre, l’Italia è il Paese dell’Unione europea che ha siglato il maggior numero di accordi sulle esportazioni di prodotti agricoli verso la Cina, così prodotti agricoli italiani di qualità, come il risotto, la carne bovina e i kiwi, sono via via arrivati sulle tavole di migliaia di famiglie cinesi, consentendo loro di gustare le prelibatezze italiane. I due Paesi continuano a mantenere una buona cooperazione e connessione in ambiti quali la cantieristica, l’energia eolica offshore e i mercati terzi e hanno ottenuto risultati tangibili in altri specifici progetti di cooperazione, come l’esportazione di velivoli ATR. Gli sport su ghiaccio e neve e la cooperazione industriale tra le due parti sono in ascesa. L’Italia ha partecipato attivamente numerose volte a importanti fiere cinesi come la China International Import Expo, promuovendo con successo in Cina la reputazione e le attività di imprese italiane “hidden champions” nel settore della sanità, dell’innovazione tecnologica e della tutela ambientale. Tra poco più di un mese, l’Italia parteciperà anche come unico Paese ospite d’onore alla terza edizione della China International Consumer Products Expo e ne siamo molto lieti.

La bilancia commerciale Italia-Cina è sempre a vostro favore?

Cina e Italia hanno economie complementari e sono anche partner naturali nella costruzione congiunta della Belt and Road. La Cina non persegue il surplus commerciale rispetto all’Italia ed intende importare un maggior numero di prodotti italiani di alta qualità. Nella fase successiva entrambe le parti dovrebbero sostenere il concetto di sviluppo sostenibile, valorizzare ulteriormente le potenzialità della cooperazione in ambiti quali l’ambiente, il digitale, la manifattura di alta gamma, l’aerospaziale e i mercati terzi e promuovere le relazioni economiche tra i due Paesi, creando ancor più punti di forza per dare nuovo slancio al partenariato strategico globale.

La politica monetaria della Cina continua ad avere un tono espansivo e, oggi, il Paese è fra i più grandi esportatori a livello mondiale. Gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco mentre per quel che riguarda l’Europa?

In base ai dati Eurostat, lo scorso anno la Cina è stata il secondo partner commerciale dell’Unione europea e la principale fonte delle importazioni. Lo scorso anno l’Unione europea nelle importazioni dalla Cina e nelle esportazioni verso la Cina ha continuato a mantenere un “doppio aumento”, tra queste le importazioni hanno raggiunto i 626 miliardi di euro, ovvero l’1,72 volte rispetto al 2019 e l’1,75 volte delle importazioni dagli Stati Uniti effettuate lo scorso anno, il tasso di crescita, quindi, continua ad espandersi. Allo stesso tempo, l’Ue resta il mercato unico con il maggior volume di importazioni cinesi, lo scorso anno, infatti, il valore in renminbi delle importazioni cinesi dall’Ue è stato 1,6 volte maggiore rispetto a quello delle importazioni dagli Stati Uniti. I dati mostrano indubbiamente che l’offerta e la domanda tra Cina ed Ue sono complementari e che la tendenza generale stabile e positiva della cooperazione economica e commerciale bilaterale non è cambiata. La Cina intende continuare a promuovere attivamente insieme alla parte europea la liberalizzazione e l’agevolazione degli scambi e degli investimenti, mantenere congiuntamente la stabilità e la fluidità delle catene industriale e di approvvigionamento e promuovere lo sviluppo sano e stabile della cooperazione economica e commerciale sino-europea.

Belt and Road, a che punto siamo, dopo pandemia e crisi economiche internazionali?

La Belt and Road rappresenta una pietra miliare nella storia dello sviluppo umano, è uno dei maggiori contributi della Cina contemporanea al mondo e, con il passare del tempo, produrrà un crescente effetto moltiplicatore e di connessione. La Cina ha siglato oltre 200 documenti di cooperazione con 151 Paesi e 32 organizzazioni internazionali per la costruzione congiunta della Belt and Road e, insieme ai Paesi, ha costruito una serie di progetti iconici, come il Ponte di Pelješac in Croazia, la centrale idroelettrica di Karot in Pakistan e il parco eolico di Adama in Etiopia, mentre la cooperazione nel porto greco del Pireo è diventata un esempio di cooperazione per la connettività e il sostegno nelle necessità reciproche. I collegamenti ferroviari tra Cina ed Europa raggiungono 24 Paesi, più di 200 città e 82 linee, tra il 2016 e il 2021, il numero di linee ferroviarie in funzione è aumentato in media del 55% l’anno, diventando un’importante arteria che collega il continente eurasiatico. Il treno ha sollecitato la nascita di molti nuovi flussi di materiali, industrie, centri commerciali e parchi industriali, offrendo un gran numero di opportunità lavorative alle persone lungo le linee. Essendo partner naturali nella costruzione congiunta della Belt and Road, dopo la firma del relativo Memorandum d’intesa sulla cooperazione nel 2019, il volume degli scambi tra Cina e Italia ha segnato livelli record per tre anni consecutivi, un fatto che è inscindibile dalla firma di questo accordo. Inoltre, l’iniziativa ha svolto anche un ruolo enorme in altri aspetti, quali la risoluzione di problemi globali e la promozione di legami interpersonali nei Paesi lungo il percorso. Si può dire che l’iniziativa è diventata la maggiore piattaforma di cooperazione internazionale al mondo e il prodotto pubblico internazionale più popolare.

Negli ultimi tre anni, la pandemia ha avuto un impatto enorme sull’economia globale. La ripresa economica globale si mantiene in recessione, ci sono aree in preda a turbolenze e tumulti e i popoli di tutti i Paesi sperano ardentemente di vivere in pace e stabilità. Alla luce di questo, le caratteristiche di promozione della crescita economica e dello sviluppo comune proprie dell’iniziativa Belt and Road sono ancora più in linea con le esigenze dei tempi e la voce del popolo. Secondo le statistiche della Banca mondiale, entro il 2030, la costruzione congiunta della Belt and Road aiuterà 7,6 milioni di persone in tutto il mondo a uscire dalla povertà estrema e 32 milioni di persone dalla povertà media e questo aumenterà gli scambi nei Paesi partecipanti tra il 2,8% e il 9,7%, il commercio globale tra l’1,7% e il 6,2% e il fatturato globale tra lo 0,7% e il 2,9%. La Cina intende continuare a lavorare con la comunità internazionale, intraprendendo azioni concrete, per promuovere la costruzione congiunta di alta qualità della Belt and Road e la connessione tra i Paesi e lo sviluppo sostenibile mondiale, portando maggiori benefici alle persone di tutti i Paesi.

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