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”La via italiana all’Ai Learning” progetto Lutech-The European House Ambrosetti

L’adozione concreta delle nuove tecnologie e dell’Intelligenza Artificiale (Ai) rappresenta una delle sfide più significative e promettenti per il nostro Sistema Paese. Il fattore cruciale di fattibilità e sostenibilità di questa fase di radicale cambiamento è il capitale umano, diventa quindi una priorità occuparsi non solo dell’educazione all’Intelligenza Artificiale, elemento imprescindibile per favorirne l’adozione, ma anche dell’Ai per l’educazione e la formazione, ovvero dell’Ai learning. L’Ai learning è la modalità con la quale i gap educativi all’interno del sistema formativo e scolastico, delle aziende e della Pubblica Amministrazione, sia per ridurre i ritardi strutturali in competenze digitali e Ia dell’Italia nel panorama globale.

Il rapporto  di Lutech e The European House – Ambrosetti offre un’analisi approfondita delle competenze in ambito scolastico, aziendale e nella Pa, e propone soluzioni concrete per affrontare un cambiamento ormai imprescindibile.

L’Ai learning, un vero e proprio motore delle competenze, offre opportunità senza precedenti per personalizzare l’apprendimento, migliorare l’inclusività e ottimizzare i processi educativi, che, nella loro modalità tradizionale, sono oggi insufficienti per raggiungere la scala e l’efficacia necessarie.

Una fotografia del gap italiano in ambito competenze digitali e Ai

Il percorso di alfabetizzazione digitale all’interno della scuola dell’obbligo, una forte dispersione scolastica di circa 1,5 milioni negli ultimi 10 anni e bassi punteggi in termini di competenze trasversali chiave (problem solving e numeracy in primis) ha portato a solo il 19% di giovani in Italia laureato in discipline Stem, chiave per formare competenze legate all’Ia.

In ambito lavorativo e sociale, partendo dal presupposto che solo il 46% degli adulti hanno competenze digitali di base, la sfida che ci troviamo ad affrontare è di 15 milioni di italiani che dovranno acquisire competenze digitali di base, di cui oltre la metà over 55 e con un basso livello di istruzione.

In questo contesto le aziende, che potrebbero fungere da facilitatore determinante del processo di acquisizione di competenze e soft skill e di re-skilling allineato alle esigenze del mercato, offrono corsi di formazione solo nel 70% dei casi, che scendono al 59% se consideriamo le Pmi (di cui meno di 1 su 5 offre corsi specifici per competenze digitali avanzate), con modalità che portano solo il 13% dei lavoratori a parteciparvi.

“Colmare i gap formativi di circa 15-20 milioni di italiani è una necessità strategica per il Paese e serve una strategia condivisa che coinvolga scuola, università, imprese e istituzioni pubbliche.” ha dichiarato Giuseppe Di Franco, Ceo del Gruppo Lutech ”Un piano in cui la partnership pubblico-privato dovrà mettere al centro il digitale e l’Ai per un piano di formazione straordinario, la creazione di un Fascicolo delle Competenze digitali per ogni cittadino e il ruolo dell’Ai come acceleratore verso la creazione di infrastrutture dati settoriali a livello industriale che abilitino un nuovo modello competitivo del Made in Italy e quindi un grande piano di formazione continua, sono i tre elementi al centro del futuro della competitività nel nostro Paese nel panorama globale.”

 

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