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L’attuale trend inflazionistico e l’atteso ciclo economico recessivo, frena ma non arresta il mercato immobiliare

Nel terzo trimestre 2022, le compravendite residenziali sono ulteriormente cresciute del +1,7% rispetto al corrispondente trimestre 2021. Parallelamente, nel quarto trimestre 2022 il prezzo/mq degli immobili oggetto di garanzia di mutuo ipotecario registra un andamento anch’esso positivo pari allo +0,2%. Più in dettaglio, gli immobili usati registrano una riduzione del prezzo al metro quadrato pari al -0,6%, mentre gli immobili nuovi segnano un incremento del +5,9%. Per il terzo anno consecutivo il prezzo/mq degli immobili oggetto di garanzia di mutuo ipotecario aumenta dunque segnando un +3,3% rispetto al 2021. Tuttavia, analizzando il prezzo/mq degli immobili oggetto di garanzia sul periodo 2012/2022 emerge una contrazione media dei prezzi degli immobili a livello nazionale pari al -13,8%. Entrando nel dettaglio, il prezzo/mq degli immobili nuovi nell’anno 2022 cresce rispetto all’anno 2021 del +5,5% e il prezzo/mq degli immobili usati cresce del +3,5%. Analizzando l’andamento dei prezzi a livello territoriale – sempre su base annuale – i maggiori incrementi si rilevano nel Nord Est, Nord Ovest e Sud e Isole, rispettivamente +3,9%, +2,4% e +2,4% mentre il Centro cresce in misura minore al +1,7%.

Queste le più significative evidenze che emergono dalla nuova edizione della Bussola Mutui, il bollettino trimestrale firmato CRIF e MutuiSupermarket.it che offre una panoramica aggiornata e completa delle tendenze in atto nel mercato italiano dei mutui residenziali e immobiliare.

“Continua l’avanzata degli indici Euribor – cresciuti negli ultimi 12 mesi di poco meno del 3% e, quasi sicuramente, destinati ad aumentare di un ulteriore 1% nel corso del nuovo anno – mentre gli indici Irs diminuiscono marcatamente nel quarto trimestre 2022, complici aspettative di politica monetaria meno stringente grazie ai primi segnali di rallentamento inflazione. In questo scenario di forte volatilità tassi, la domanda di mutuo si riposiziona di nuovo in maniera evidente sulla scelta del tasso fisso, che arriva a rappresentare circa il 72% delle preferenze di privati e famiglie sul canale online. Parallelamente la domanda di mutui con finalità surroga torna ad assumere un ruolo centrale, arrivando a spiegare nel quarto trimestre 2022 circa 1 richiesta su 4 del totale richieste raccolte sull’online” – commenta Stefano Rossini, Amministratore e Fondatore di MutuiSupermarket.it.“La domanda di surroga odierna risulta trainata da mutuatari già sottoscrittori di mutui a tasso variabile che, dopo circa 5-8 mesi di osservazione di continui aumenti della propria rata di mutuo – decidono di correre ai ripari e proteggersi da ulteriori incrementi attesi degli indici Euribor sui prossimi trimestri. L’appetibilità della scelta di una surroga – da mutuo a tasso variabile a mutuo a tasso fisso – risulta in aumento da ottobre ad oggi grazie anche alla riduzione osservata degli indici IRS sull’ultimo trimestre dell’anno. La forchetta di differenza tassi fra mutui a tasso variabile e fisso è dunque in continuo restringimento e, in ipotesi di stabilizzazione tassi IRS, potrebbe anche azzerarsi sui prossimi mesi, offrendo una opportunità quanto mai interessante per tutti quei consumatori che sono interessati tramite una surroga a bloccare la propria rata mensile per l’intera durata residua del proprio mutuo.”

“Nei primi 9 mesi del 2022 le compravendite di abitazioni sono aumentate del +7,5% rispetto allo stesso periodo del 2021, rallentando il ritmo di crescita nella seconda parte dell’anno, a fronte di un peggioramento della congiuntura economica ed all’innalzamento repentino dei tassi di interesse.Le previsioni per la chiusura d’anno sono di una crescita ulteriormente ridotta, nell’ordine del 2-3%, per una probabile contrazione delle transazioni nell’ultimo trimestre del 2022. Le previsioni di una congiuntura negativa, accompagnata da ulteriori crescite dei tassi di riferimento, interesseranno anche l’anno 2023 ed è per tale motivo che gli indicatori sul mercato dei mutui ed immobiliare ci parlano di riduzioni sui volumi con potenziali perdite di terreno anche in doppia cifra” – afferma Stefano Magnolfi, Executive Director di CRIF Real Estate Services. “I valori immobiliari sono sostenuti dall’inflazione, per cui non si ravvedono per l’anno a venire riduzioni sul comparto abitativo, mentre per gli immobili “corporate”, si sono già registrati cali dei prezzi e incrementi degli yield” prosegue Magnolfi. “La Direttiva UE sugli immobili green fa da sfondo al quadro tratteggiato sino ad ora. Essa prevede infatti, stando all’ultima bozza, una doppia stretta con l’obbligo di passaggio alla classe energetica E per tutti gli immobili residenziali dei 27 Paesi membri entro il 2030 e, prima del 2033, alla classe D. Sebbene ci attendano ancora diversi mesi di negoziazione fra i diversi stakeholder coinvolti prima di vederla pubblicata nella sua versione definitiva, sicuramente determinerà effetti importanti sui criteri con cui gli immobili verranno valutati e quindi sui valori e le dinamiche di mercato. Di certo chi oggi investe o finanzia immobili di classe energetica non particolarmente performante dovrà tener conto del “rischio di transizione” cui andrà incontro nel breve-medio periodo. A ciò si aggiungano i “rischi fisici” cronici ed acuti degli immobili per effetto di fattori climatici ed ambientali (terremoti, inondazioni, frane, vento forte) che non possono essere più ignorati, data la sempre più elevata frequenza con cui si manifestano. In sintesi, ogni immobile dovrà essere considerato sotto molteplici aspetti per non trovarsi fra pochi anni con brutte soprese sui lavori da intraprendere per recuperarne il valore se non addirittura sotto il profilo della rivendibilità.”

 

 

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