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Marco Durante, presidente dell’Agenzia LaPresse, riceve oggi, a New York, il Premio “Miglior Imprenditore Italiano negli Usa”

La Commissione congiunta Italia-Usa, insieme al Board del “Business Care International Award” di New York  ha scelto Marco Durante tra i 10 Top World-Players, nel mondo dell’editoria e del business.  Nella motivazione si legge: “La scelta è ricaduta sulla persona di Marco Maria Durante perchè attraverso il suo lavoro egli contribuisce a dare lustro al nome dell’Italia nel mondo”. Durante è il primo imprenditore italiano a ricevere questo riconoscimento. Torinese, classe 1962, Marco Maria Durante è il fondatore e Presidente dell’Agenzia stampa multimediale LaPresse. Uomo incaricato dalla famiglia Agnelli di gestire per il Lingotto e per l’entourage dell’Avvocato i rapporti più delicati con i media, Durante ha una suo modello di azione: “La formula del mio successo è la squadra, io credo molto nel team” è solito sostenere il Presidente di LaPresse.

Presidente, che cosa significa per lei questo Premio?

E’ un Premio inaspettato perchè non credevo che gli investimenti fatti negli Stati Uniti, aprendo sedi a New York, Washington, Los Angeles, Detroit e Miami, avessero un impatto così forte su opinione pubblica e giornalisti americani, mi sarei aspettato un complimento italiano piuttosto che americano. Sono molto felice, credo che questo Premio sia importante e avrà sempre più valore se negli anni sarà elargito a persone meritevoli. Significativo il fatto che ho preso questo premio a New York, la città dove ho vissuto per oltre vent’anni, questo per me è un valore aggiunto. Inoltre vengo premiato da italiano, dal Console d’Italia a New York che, tra l’altro, conosco benissimo.

Nella premiazione lei rappresenta l’Italia, è un premio istituzionale?

Per certi versi sì. Sono un imprenditore italiano che ha investito negli Stati Uniti, ho raggiunto dei risultati e dò lavoro a italiani e americani.  Sono Presidente de LaPresse Usa Inc. – società di diritto americano –  ho responsabilità e controllo dalla Costa Est a quella Ovest, dall’headquarter di New York a Washington, fino a Los Angeles.

Quando è iniziata l’internazionalizzazione di LaPresse?

L’operazione da me voluta nel novembre 2019, ci ha portati al 31 dicembre 2021 ad essere, per numero di giornalisti e ricchezza di servizi, la seconda agenzia italiana, dietro solo all’Ansa e, a livello internazionale, con il nostro consociato Associated Press, abbiamo dato copertura worldwide delle notizie italiane. Insieme siamo la prima agenzia al mondo. L’ appoggio fornito da Associated Press è prezioso per i loro interventi quando abbiamo bisogno di trasmettere nel mondo e quando servono giornalisti, fotografi, cameramen o televisioni.

Il Sud America è fra le vostre priorità?

Siamo partiti da luglio con il Sud America. Cile, Perù, Bolivia sono in mano a LaPresse mentre Argentina, Messico e Brasile sono gestiti insieme ad Associated Press. Il Sud America  è un bridge con la Spagna, tutto quello che succede in Spagna, il Sud America lo vuole.

In Spagna, voi ci siete, ed è una presenza molto forte

La Spagna sta andando molto bene, quasi inaspettatamente. Quando mi hanno comunicato che la Spagna passava in mano a LaPresse al 100%, per me è stata una grande preoccupazione finanziaria. Ma il mercato spagnolo ha risposto bene, abbiamo contratti con tutti i giornali e televisioni e gli spagnoli si sono dimostrati degli eccellenti partner per serietà, puntualità e correttezza professionale.

In questi giorni il Governo Meloni compie un anno. Le piace la nuova politica italiana?

Apprezzo il lavoro della Presidente Meloni, lei sì è mossa moltissimo e si è mossa bene. Come donna si fa rispettare, non ha timore di nulla, parla molto bene l’inglese, non ha scheletri nell’armadio. C’era la guerra Russia-Ucraina e lei era alla Casa Bianca, era in vacanza ed è andata a lavorare tre giorni in Albania, per citare alcuni esempi. Adesso arriva il momento difficile perchè siamo alleati con gli americani, facciamo parte della Nato, nel Mediterraneo abbiamo portaerei americane con cacciatorpedinieri schierati fuori da Israele e dalla striscia di Gaza, dall’altra parte c’è la guerra di Putin all’Ucraina e rimane aperta la questione spinosa degli sbarchi. Non è un bel momento per noi europei, dovremmo essere più uniti. Vediamo il secondo anno, di solito il secondo anno è quello di verifica.

Voto del primo anno di Governo: otto.

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