Il 1° ottobre l’agenzia Moody’s ha migliorato il rating del debito brasiliano, che passa da Ba2 a Ba1, mantenendo al contempo una prospettiva positiva. In questo modo il Brasile è ad un solo passo dal raggiungimento dell’“investment grade” (Baa3), mentre per le agenzie S&P e Fitch i passi da fare sono ancora due.
Nonostante la criticità dell’equilibrio fiscale e del crescente debito pubblico, Moody’s ha voluto premiare la crescita economica del Pil brasiliano, che per il quarto anno consecutivo supererà il 3%.
Secondo un recente studio della Fiesp (Federazione delle Imprese dello Stato di San Paolo), in media se all’estero i costi produzione un prodotto sono pari a US$ 100, in Brasile sono di Us 124. La metà di questa differenza (51%, per l’esattezza) è dovuta agli oneri tributari che le imprese brasiliane devono affrontare; il 23% è legato agli oneri di finanziamento, mentre il restante si riferisce ai costi derivanti dalla carenza di infrastrutture (logistica e trasporti) e al ritardo tecnologico. Con la riforma tributaria recentemente approvata si spera che le aziende possano guadagnare competitività, ma la strada è ancora molto lunga.