Il focus sul mercato immobiliare commerciale, all’interno del rapporto“Your Next Milano” realizzato da Assolombarda e Milano&Partners, sviluppato in collaborazione con Jll, conferma Milano come un’area centrale nel quadro nazionale, concentrando oltre un terzo degli investimenti immobiliari commerciali in Italia nel primo semestre dell’anno.
La ricerca si sofferma anche sull’apertura ai capitali esteri: a Milano, nell’ultimo decennio, la componente ‘cross border’ rappresenta in media il 55% del totale, quota superiore rispetto alla media europea (4 6%) e tra le più elevate rispetto alle città europee del campione analizzato: poco sopra c’è Amsterdam (58%), poi Londra (65%) e Barcellona (70%), viceversa, presentano valori inferiori Berlino (50%), Parigi e Monaco (37% entrambe). Nell’ultimo decennio, in media, New York e Londra hanno attratto investimenti immobiliari ‘capital markets’ rispettivamente per 32,6 e 25,4 miliardi di euro annui, seguite da Tokyo e Parigi con circa 21 miliardi di euro. In una fascia intermedia si collocano San Francisco, con 5,6 miliardi di euro, e Monaco, con 6 miliardi di euro. Più in basso troviamo Milano, i cui 3,1 miliardi di euro la collocano sopra, sebbene di poco, ai 3 miliardi di euro di Amsterdam e agli 1,7 miliardi di euro di Barcellona.
Secondo i dati più recenti, nel primo semestre del 2024 gli investimenti real estate commerciali a Milano ammontano a quasi 600 milioni di euro (dato che supera 1 miliardo di euro se si considerano anche terreni e sviluppi), più che ad Amsterdam (400 milioni) e su livelli comparabili con Barcellona (700 milioni) e San Francisco (900 milioni). Su una scala dimensionale decisamente più elevata, si collocano Londra (7,5 miliardi), New York (8,8 miliardi) e Tokyo (10,2 miliardi). In questo periodo, tutte le città considerate nell’analisi registrano un marcato calo rispetto alla media semestrale dell’ultimo decennio. Il recente ciclo di riduzione dei tassi potrà contribuire ad incoraggiare il ritorno degli investimenti, anche se le aspettative su un minore costo del debito futuro, potrebbero ritardare alcune operazioni.
Per quanto riguarda il settore uffici, che rappresenta storicamente il segmento in grado di attrarre il maggior volume di investimenti a Milano, si segnalano i solidi fondamentali lato occupier, nel confronto con le città benchmark, legati al livello di assorbimento di spazi e al tasso di sfitto, che per gli immobili di grado a rimane intorno al 3%. Con riferimento agli immobili industriali e logistici, il confronto tra le città europee mostra un assorbimento dei magazzini da parte degli operatori nettamente superiore a tutti gli altri territori per la macroarea allargata milanese.