Una vittoria per la zootecnia italiana ed europea. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta il voto della plenaria del Parlamento Ue, che scongiura l’inserimento degli allevamenti bovini nella nuova direttiva comunitaria sulle emissioni industriali, recependo le istanze del mondo agricolo.
“Il Parlamento europeo riconosce che la zootecnia non è assolutamente equiparabile a settori altamente industrializzati, correggendo una proposta di revisione che appariva totalmente scorretta e ingiusta -spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Gli agricoltori sono continuamente impegnati a ridurre l’impatto ambientale delle loro attività con pratiche sostenibili, tanto che oggi in Europa l’incidenza degli allevamenti sulle emissioni complessive si colloca tra il 7% e il 10%. Ancora meglio fa l’Italia, dove le emissioni di Co2 della zootecnia rappresentano appena il 5,2% del totale. Dunque, è chiaro che il settore non rappresenta un problema, anzi è una risorsa utile anche per la cattura e sequestro di anidride carbonica e per la produzione di energia pulita”.
“La revisione della direttiva IED sulle emissioni industriali può provocare sul serio la chiusura e il fallimento di tantissime stalle. Rischiando di compromettere la capacità di approvvigionamento alimentare e aumentando l’import da Paesi terzi dove le regole sono meno rigorose di quelle Ue, soprattutto ai fini della sostenibilità ambientale -ricorda Fini-. Fortunatamente, oggi il Parlamento Ue ha fatto un passo importante a tutela e riconoscimento del settore, aprendo la strada a un percorso davvero condiviso sulla transizione green, che ora deve valere per il passaggio al trilogo e per tutti i dossier agricoli aperti”.