Per le Pmi, la raccolta dati e il reporting Esg rappresentano una sfida sempre più pressante ma, con l’entrata in vigore dei nuovi standard Esrs, diventano anche una necessità imprescindibile.
Dalla partnership tra EsgMax e The Good in Town nasce Pmi Smart Kit, toolbox per rispondere alle prime necessità Esg delle Pmi inserite in filiere sostenibili.
Il 2025 sarà un anno cruciale per le aziende europee. Con l’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd) e degli standard Esrs, le grandi imprese saranno le prime a dover redigere rapporti di sostenibilità secondo le nuove normative. Tuttavia, l’impatto di questo cambiamento si estenderà ben oltre: anche le Pmi, benché non obbligate (quelle quotate lo saranno dal 2028), saranno chiamate a rispondere a crescenti richieste di trasparenza da parte di clienti, filiere e banche.
Per affrontare questa sfida The Good Town, società benefit che accompagna le Pmi nella transizione sostenibile, e EsgMax soluzione in cloud nata all’interno dello startup studio Startup Bakeryche abilita la costruzione partecipativa del report di sostenibilità, hanno sviluppato pmi Smart Kit con l’obiettivo di aiutare le piccole e medie imprese italiane nella transizione sostenibile.
“La transizione verso la sostenibilità rappresenta una sfida importante per le PMI italiane, che si trovano ad affrontare ostacoli di diversa natura, tra cui la mancanza di competenze e risorse. Eppure molte di loro hanno già una sostenibilità intrinseca che va valorizzata – afferma Sara Serafini, amministratrice e cofondatrice di The Good in Town – Crediamo che sia importante capire le reali necessità e risorse delle Pmi, aiutandole a esprimere il meglio della loro identità e a fare passi avanti in modo equilibrato, tenendo conto del loro ritmo e al contempo delle esigenze normative e di mercato. Siamo sicuri che Pmi Smart Kit sia lo strumento giusto per le aziende che devono muovere i primi passi nella sostenibilità”.
“Le Pmi svolgono un ruolo cruciale nell’economia italiana, ma spesso si trovano a dover affrontare sfide significative nell’ambito della sostenibilità a causa di risorse limitate. Lo stesso linguaggio della sostenibilità è un ostacolo alla transizione – dichiara Massimo Ferri, Ceo e cofondatore di EsgMax. “Questa partnership ci permette di offrire alle Pmi un supporto su misura, combinando le nostre competenze tecnologiche con quelle multidisciplinari in consulenza Esg e comunicazione di The Good in Town. Insieme possiamo fornire soluzioni innovative che consentano alle aziende di migliorare il loro profilo di sostenibilità e ottenere vantaggi competitivi concreti”.
Tra questi ultimi, anche l’accesso al credito. Le aziende con punteggi Esg elevati registrano infatti un tasso di approvazione dei prestiti superiore dell’11% rispetto alla media. Al contrario, le Pmi con punteggi bassi sperimentano una diminuzione del 6% nell’accesso ai finanziamenti. (Esg Outlook di Crif).
“Le policy bancarie oggi premiano le Pmi con politiche Esg trasparenti, strutturate e misurabili poiché in esse riconoscono una maggiore resilienza e stabilità a lungo termine”, aggiunge Donatella Cambosu, cofondatrice di The Good in Town. “Questo significa solo una cosa: che dopo quella digitale, quella sostenibile è la nuova transizione, dalla quale non si può tornare indietro. Perciò è molto importante che le Pmi l’affrontino il prima possibile, per rimanere competitive e portare avanti le giuste attività un passo alla volta, senza corse dell’ultimo minuto che, d’altro canto, nella sostenibilità sono poco credibili”.