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Phillip Island, il circuito più impegnativo per i pneumatici. tra quelli in calendario

Circuito di Phillip Island, che ospita il Gran Premio d’Australia, è notoriamente tra i circuiti più impegnativi per i pneumatici se non in assoluto quello più difficile. Si tratta infatti di un tracciato spettacolare e vecchio stile, uno dei pochi a non aver subìto modifiche in quasi 70 anni di storia. Il suo layout particolare, con la maggior parte di curve a sinistra, la superficie recentemente riasfaltata e le condizioni meteo con possibilità di forte vento e di temperature molto variabili, lo rendono un circuito che pone alti livelli di stress sui pneumatici.
Per affrontare questo appuntamento, 
Pirelli ha deciso di affidarsi per entrambe le classi alle soluzioni anteriori di gamma, soft Sc1 e medium Sc2, mentre per quanto riguarda il posteriore, la Moto2™ avrà la soluzione soft di sviluppo D0532 già utilizzata a Sachsenring e Aragón e la hard Sc3 di gamma, la Moto3™ potrà contare su medium So2 e su hard di sviluppo C1096, anche questa già nota ai piloti.

Allocazione specifica

I piloti di entrambe le classi avranno anteriori di gamma, soft Sc1 e medium Sc2, in numero di 8 pneumatici per ciascuna soluzione; quindi, 2 unità in più rispetto all’allocazione standard che ne prevede 6.  In Moto2™ i posteriori sono diversi rispetto all’allocazione standard: ci sarà come opzione soft la D0532 di sviluppo in 8 pezzi a pilota e come alternativa la hard Sc3 in 6 pezzi. In Moto3™ la medium Sc2, che solitamente è la versione più dura, sarà quella più morbida a disposizione dei piloti mentre l’alternativa sarà rappresentata dalla hard di sviluppo C1096, entrambe in 8 pezzi a pilota. Dato che in entrambe le classi le mescole slick restano due all’anteriore e due al posteriore come previsto da allocazione standard, Il numero di pneumatici che ciascun pilota da regolamento può utilizzare nell’arco del fine settimana resta invariato: 8 anteriori e 9 posteriori per un totale di 17 pneumatici a weekend.

Layout e stress per i pneumatici

Costruito nel 1956, Phillip Island è un circuito dal layout affascinante con un susseguirsi di curve veloci e ad ampio raggio spezzato da due soli tornantini, dove di solito si assiste a molti sorpassi. L’unico rettilineo di una certa lunghezza, quello davanti ai box, è in discesa e si raggiungono velocità di punta molto elevate. I pneumatici sono sottoposti ad un forte e costante lavoro termo-meccanico, soprattutto sul lato sinistro, e si assiste ad un surriscaldamento di una zona ma al contempo si è anche sull’angolo massimo di piega che genera forze di deriva diverse con torsione e lavoro obliquo molto forti.

La Southern Loop

Una peculiarità del circuito di Philip Island è la famosa curva 2, chiamata Southern Loop. Si tratta di un curvone molto lungo che presenta anche un raggio medio-largo che permette una percorrenza a gas pieno, con un angolo di piega fisso e per un lungo lasso di tempo. In queste condizioni, i pneumatici sono costretti a lavorare per diverso tempo con sforzi meccanici localizzati su una piccola fascia di battistrada e, proprio in quella zona di utilizzo continuativo, si registra un aumento rapido di temperatura che può causare perdita di aderenza sull’asfalto che, a sua volta, provoca un ulteriore aumento di temperatura per attrito ed un’abbondante asportazione di materiale. Vi è quindi un aumento esponenziale ed incontrollato di temperatura in grado di generare una decomposizione termica della mesco

Quello di Phillip Island è un circuito che conosciamo molto bene, ci corriamo infatti da molti anni sia con il Mondiale Superbike sia con il Campionato nazionale Australian Superbike spiegano in Pirelli – L’ultima volta ci abbiamo gareggiato con il WordSbk a febbraio di quest’anno, quindi già con il nuovo asfalto, e possiamo solo che confermare che questa è una pista estremamente impegnativa per i produttori di pneumatici e la riasfaltatura sembra averla resa ancora più aggressiva aumentandone i livelli di abrasività e severità”.

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