L’intensa rete di relazioni che lega Italia e Croazia si basa su profondi e consolidati legami storici e vede coinvolte non solo le istituzioni italiane e croate ma anche il settore economico privato, le istituzioni culturali, accademiche e scientifiche.
Entrato nella carriera diplomatica nel 1990, Paolo Trichilo è Ambasciatore a Zagabria dal marzo 2024, dopo esserlo stato a Lubiana e dopo aver avuto numerosi incarichi di prestigio, all’estero. La nostra intervista.
Ambasciatore Trichilo, l’Italia è tra i primi investitori stranieri nel Paese e il principale mercato di sbocco dell’export croato. Quali sono i settori di principale interesse per gli investitori italiani?
L’Italia si è confermata nel 2023 come il primo partner commerciale per la Croazia, primo Paese fornitore e primo mercato di sbocco per l’export croato, con 8,52 Meuro di interscambio complessivo, un dato così importante che non necessita di essere enfatizzato. I settori principali del nostro export sono stati l’abbigliamento, i tessuti, i prodotti in ferro e l’acciaio, i macchinari industriali, gli apparecchi elettrici, i metalli preziosi, le calzature e i cereali.
Sarà opportuno, nel cercare di mantenere queste posizioni, anche sviluppare la presenza in ambiti innovativi, quelli ad alto contenuto tecnologico, cui la Croazia è particolarmente attenta per accelerare il suo percorso di industrializzazione e transizione digitale, e “green”. Inoltre, molte aziende italiane hanno una presenza stabile sul mercato croato, soprattutto nei settori industriale, tessile e dei servizi finanziari. Alcuni significativi investimenti italiani sono stati annunciati e in parte effettuati nel corso del 2022. In particolare mi riferisco all’investimento di Investindustrial destinato al servizio di robotaxi a conduzione autonoma; delle Acciaierie Bertoli Safau del Gruppo Danieli per l’ampliamento del sito di produzione di Sisak e la costruzione di un nuovo impianto di laminazione; della Olimpias Tekstil, del Gruppo Benetton a Osijek; del Gruppo Wam, per l’estensione del suo stabilimento di Varazdin per lo smaltimento di materiali solidi alla rinfusa. In questo contesto, l’Italia può giocare un ruolo di rilievo come fornitore di prodotti e soluzioni innovative ma anche come modello di riferimento per la condivisione di know-how utile a rafforzare la competitività della Croazia in un rapporto “win-win” a vantaggio di entrambe le sponde dell’Adriatico.
Il Pnrr croato prevede riforme, piani di investimento focalizzati sulla transizione verde, trasformazione digitale, coesione sociale e ricostruzione post-terremoto, rappresenta una porta d’ingresso per gli imprenditori italiani?
Il Pnrr croato rappresenta una grande opportunità per creare nuovi e fruttuosi partenariati, tanto più che la Croazia ne è il maggior beneficiario tra i paesi Ue rispetto alle dimensioni della sua economia (11,6% del Pil croato 2019). Pertanto, le imprese italiane sono pronte a mettere a disposizione le loro competenze, con particolare riferimento ai settori dei trasporti e delle infrastrutture (il Pnrr croato ha destinato 4,5 miliardi di euro per 750 km di linee ferroviarie in 10 anni; 320 per infrastrutture idriche; infrastruttura portuale e forte focus sulla ristrutturazione degli edifici post terremoto); alla transizione verde e le energie rinnovabili, all’energia, cui il Pnrr croato ha destinato circa 1 miliardo di euro.
Anche per questo l’Italia è stata attraverso l’Ice, il paese partner della conferenza Smart Cities a Zagabria il 20 marzo.
Il settore energetico croato potrebbe contribuire a ridurre la dipendenza energetica europea dalla Russia?
Il rigassificatore off-shore Gnl dell’isola di Veglia, su cui il Governo croato ha investito notevolmente, costituisce il perno della politica energetica del Paese: con l’approvazione di due successivi progetti di ampliamento, ne è stato annunciato l’aumento della capacità di produzione da 2,6 a 6,1 miliardi di metri cubici l’anno grazie a un significativo finanziamento da parte dell’Unione Europea per ridurre la dipendenza energetica europea.
Nel settore energetico, il Friuli Venezia Giulia ha avviato il percorso di collaborazione con Croazia e Slovenia per la creazione di una valle d’idrogeno transfrontaliera nel nord Adriatico. Quali sono gli obiettivi?
Gli obiettivi di questo ambizioso progetto sono quelli di sostituire gradualmente le risorse fossili con quelle rinnovabili per la produzione e distribuzione di energia elettrica in linea con i modelli produttivi più ecosostenibili dettati dalla Ue.
Tale progetto, per il quale l’Ambasciata ha organizzato a Zagabria il 12 aprile una fruttuosa riunione insieme alla Camera per l’Economia croata e la Camera di Commercio italo-croata, mira a fornire un sostanziale supporto al processo di trasformazione del settore energetico in Croazia in linea con la necessità di abbracciare modelli produttivi sempre più green dettati dal Pnrr croato.
Anche in tale settore le opportunità potranno essere colte al più presto dal comparto industriale italiano, croato e sloveno; un esempio di buone pratiche in tal senso è stato illustrato ai partecipanti dal Gruppo Danieli.
Anche la Croazia deve fare i conti con un alto tasso di inflazione. Qual è la sua visione dell’attuale situazione economica del Paese?
Secondo le proiezioni nel 2024-5 la crescita del Pil si attesterà a 2,6 e 2,8% trascinata da una forte domanda interna, dall’innalzamento delle retribuzioni (aumentate in media del 20% nel 2023, anno di introduzione dell’euro) e da una forte decrescita dell’inflazione (2,5 e 2% nel biennio).
L’attuazione delle riforme e dei progetti previsti dal Pnrr croato contribuirà sia a rafforzare l’efficienza produttiva del Paese che a migliorarne la competitività nel contesto regionale ed internazionale e più in generale le riforme previste consentiranno di migliorare il clima di fiducia degli imprenditori e degli investitori, favorendo l’attrazione di ulteriori investimenti. Occorre tenere presente, infine, che la Croazia deve affrontare la sfida demografica rappresentata dal calo della popolazione (-10% nell’ultimo decennio), che si sta riverberando negativamente sulla disponibilità della forza lavoro, come ho potuto constatare personalmente durante alcune visite a aziende italiane presenti in Croazia. L’immigrazione di lavoratori, in particolare dall’Asia, costituisce una prima risposta, ma immagino che non potrà essere l’unica e che le autorità intendano affrontare la questione complessivamente. Infatti il calo della popolazione è il combinato disposto di bassi tassi di natalità da un lato e dell’emigrazione da questo paese, soprattutto di giovani qualificati, verso il nord Europa.
Elezioni, vincono i conservatori. Come cambierà la Croazia?
Nel momento in cui rispondo, il governo non è stato formato dopo le elezioni del 17 aprile. Tuttavia il premier Plenković ha annunciato l’accordo di maggioranza tra il proprio partito (Unione democratica croata, Hdz), che si è confermato di gran lunga il partito di maggioranza relativa, e il Movimento Patriottico, nonché alcuni deputati delle minoranze.
Plenkovi pertanto dovrebbe succedere a sé stesso, il che dovrebbe promuovere la continuità politica in Croazia, anche se occorrerà verificare i nuovi equilibri tra le diverse componenti del prossimo esecutivo.
L.R.
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