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Presidente Abi a Bruxelles, focus sulle priorità del settore bancario e sui principali dossier economico-finanziari

Antonio Patuelli, Presidente Abi ha avuto numerosi incontri istituzionali  a Bruxelles, dedicati alle tematiche strategiche per il futuro del settore bancario e alla gestione delle sfide economiche e finanziarie in ambito europeo. Patuelli ha presentato il documento “Le banche al centro della sfida europea”, approvato all’unanimità dal Comitato Esecutivo dell’Abi, una sintesi delle posizioni e delle proposte dell’Associazione in merito al ruolo cruciale delle banche nel contesto delle sfide europee

L’Abi ha identificato 8 principali sfide che vanno adeguatamente affrontate per garantire la competitività e la resilienza delle banche europee e per recuperare il gap che già un anno fa l’Abi aveva evidenziato, quando aveva ricordato che tra le prime dieci banche mondiali solo due sono europee e tra le prime trenta non ce ne sono che otto; ma per avere ancora più chiaro il senso del divario, basta considerare che la prima banca degli Stati Uniti vale, in termini di capitalizzazione di mercato, quanto tutte le prime dieci banche europee. E questo l’Europa deve averlo ben presente se non vuole affidare solo alle banche straniere il finanziamento del suo futuro.

Le otto sfide di Abi

Digitalizzazione e innovazione sono leve di trasformazione che offrono opportunità di efficienza operativa e di miglioramento dell’esperienza del cliente ma richiedono al contempo investimenti significativi in nuove tecnologie e competenze. Contestualmente, la crescente dipendenza dalle tecnologie digitali ha ampliato i rischi legati alla cybersicurezza, al financial crime e alla protezione dei dati, imponendo alle banche l’obbligo di rafforzare le proprie difese contro le minacce informatiche, per proteggere sia i clienti che l’infrastruttura finanziaria. Il settore bancario deve inoltre navigare in un ambiente di regolamentazione, compliance e fiscalità sempre più complesso e stringente, che richiede continui adattamenti per conformarsi alle normative in evoluzione, garantendo stabilità del sistema finanziario e al contempo la fiducia dei clienti e degli stakeholder. Parallelamente, i cambiamenti climatici e la sostenibilità stanno emergendo come fattori critici che le banche devono affrontare, integrando criteri Esg (ambientali, sociali e di governance) nelle loro strategie operative e di investimento, per rispondere alle crescenti aspettative sociali e regolamentari, in un’economia sempre più orientata alla sostenibilità. Il mondo bancario è anche influenzato dalla concorrenza non tradizionale proveniente da fintech, big tech e altre entità non bancarie, che stanno ridefinendo le dinamiche competitive e spingendo le banche a innovare per mantenere la loro rilevanza sul mercato. Questo avviene in un contesto di crescente incertezza geopolitica e instabilità globale, che introduce ulteriori rischi e incertezze a livello globale, influenzando le strategie di internazionalizzazione e gestione del rischio. Inoltre, le evoluzioni demografiche, con l’invecchiamento della popolazione e l’emergere di nuove generazioni con aspettative differenti, impongono al settore bancario di adattare i propri servizi e modelli di business per rispondere efficacemente alle esigenze di una clientela diversificata e in evoluzione. Infine, la capacità di attrarre, sviluppare e trattenere talenti e capitale umano diventa cruciale in un contesto di rapida evoluzione tecnologica e di cambiamento continuo, dove le competenze e l’agilità della forza lavoro rappresentano un vantaggio competitivo determinante.

Innovazione e sicurezza

Le banche si trovano a dover affrontare simultaneamente molte grandi sfide, tra loro interconnesse, che richiedono forti investimenti e l’esigenza di bilanciare l’innovazione con la sicurezza, la compliance con la competitività e la sostenibilità con la redditività. A fronte di queste sfide che incidono sul posizionamento strategico attuale e prospettico e sulla operatività delle banche e degli intermediari finanziari operanti in Europa, è indispensabile definire priorità, linee di azione strategiche e indirizzi normativi che permettano alle banche di svolgere il loro ruolo rispetto agli obiettivi strategici della Ue, tutelandone la competitività e garantendo la leale concorrenza fra tutte le entità che forniscono servizi finanziari.

Le banche, chiave della competitività Giusto un anno fa, l’Abi, insieme all’Ebf (European Banking Federation), aveva lanciato l’allarme, avvertendo che qualsiasi strategia di rilancio della competitività deve passare dalla creazione di un vero mercato finanziario unico, con regole chiare e valide in tutto lo spazio europeo, controllato da poche autorità di vigilanza che abbiano competenza sull’intera area, perché con 27 sistemi finanziari diversi la competitività è una chimera. Del resto, nel varare il Green Deal e il RePowerEU, il piano di attuazione delle misure per la transizione verde, l’Europa aveva già valutato in 600 miliardi di euro annui il fabbisogno di investimenti aggiuntivi, poi indicati in 800 miliardi nel Rapporto Draghi sulla competitività, ma per mobilitare investimenti del genere non c’è altra possibilità che archiviare barriere nazionali e parcellizzazione delle competenze e realizzare davvero quel mercato unico del risparmio e degli investimenti, che è un obiettivo strategico dichiarato. Si tratta di uno sforzo enorme che non richiede solo volontà politica ma anche un ruolo centrale e strategico delle banche. Mai come ora, infatti, serve all’Europa un forte settore bancario e finanziario, resiliente e redditizio, che contribuisca a mantenere all’interno dell’Unione la grande massa di risparmio privato (33.000 miliardi di euro), indirizzandolo al finanziamento dello sviluppo economico continentale.

Il commento di Patuelli

“Il settore bancario si trova ad operare in contesti normativi, fiscali e giuridici sempre più complessi, che impongono continue iniziative per rispettare regole in costante evoluzione – ha sottolineato Patuelli – La crescente incertezza riguardo all’applicazione degli standard internazionali di Basilea3+ genera interrogativi e preoccupazioni. È fondamentale che l’Unione europea utilizzi gli spazi di flessibilità disponibili per evitare che le banche europee si trovino in una posizione di svantaggio competitivo rispetto ai loro concorrenti extra Ue”.

“I cambiamenti climatici e la sostenibilità rappresentano sfide sempre più rilevanti per le banche. In un’economia sempre più orientata alla sostenibilità, rispondere alle crescenti aspettative della società e delle autorità regolatorie è indispensabile, ma non spetta alle banche il ruolo di arbitri assoluti della sostenibilità. Devono essere attive autorità pubbliche in grado di valutare la legalità dei comportamenti delle imprese. Le banche contribuiscono acquisendo informazioni e le documentazioni necessarie per verificare la trasparenza fiscale, la solidità economica e progettuale e la regolarità dei processi Esg delle aziende, ma non possono e non devono surrettiziamente ricoprire il ruolo di certificatori pubblici di sostenibilità” ha aggiunto il Presidente dell’Abi.

Il testo completo è visionabile nel sito dell’Abi: https://www.abi.it/missione-del-presidente-dellabi-a-bruxelles/

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