Due giorni di confronto interdisciplinare in Piemonte, presso il Caad di Novara, tra gli esperti del progetto “Bioaction”, coordinato dalla direttrice del Diss Lia Rimondini in qualità di principal investigator. “Bioaction” è un progetto finanziato dallo European Innovation Council’s Pathfinder Open e dall’Unione Europea (Grant Agreement 101098972) che cerca di affrontare le infezioni associate agli impianti da una nuova prospettiva.Il Centro di Ricerca Traslazionale sulle Malattie Autoimmuni e Allergiche di Novara ha ospitato il meeting organizzato in occasione del diciottesimo mese del progetto “Bioaction – Bacteria biofilm as bio-factory for tissue regeneration“.
Invece di combattere semplicemente contro i batteri patogeni, il lavoro di ricerca mira a trasformare questi batteri in preziosi alleati nella promozione della rigenerazione dei tessuti. L’approccio è un’alternativa alle tradizionali terapie antibiotiche, che spesso esacerbano il crescente problema della resistenza antimicrobica. Il rivoluzionario concept prevede l’utilizzazione di idrogel per convertire il biofilm batterico in una tissue regenaration bio-factory.
Il progetto di ricerca interdisciplinare, frutto di una collaborazione tra partner internazionali (Upo, National Research Council of Italy, Ipbec – Istituto Polimeri Compositi e Biomateriali, Isb – Institute of Biological Systems, Ferentis, Ibec – Institute for Bioengeneering of Catalonia, Università di Liegi, Insociety e Ao Research Institute (Ari) di Davos) vede l’Università del Piemonte Orientale in prima fila tra i contributor.
Lia Rimondini, direttrice del Dipartimento di Scienza della Salute e principal investigator dichiara: «Nello specifico, noi ci occupiamo di fornire i modelli avanzati in vitro che permettono di simulare i tessuti infiammati. Il Caad offre tutte le tecnologie, le risorse umane e le skill necessarie per sviluppare questo tipo di studio».