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Retail, sfida verso la digitalizzazione

Stabilire una relazione con il consumatore basata sulla capacità di intercettare per primi i suoi bisogni e arrivare sugli scaffali con prodotti nuovi, al prezzo giusto e in linea con le aspettative.

La community della Gdo italiana riunita a Milano si è  interrogata sulle modalità per un rinnovato rapporto di collaborazione con l’industria, in occasione del Food Retail Show organizzato da Gruppo Food. Presenti: la community del food&beverage e le principali insegne del retail: Conad, Coop Italia, Decò Italia, Gruppo Sogegross, MD, Moderna 2020, Penny e Selex. Un momento di analisi, confronto e riflessioni per il futuro, grazie anche agli spunti offerti dalle analisi di scenario di Niq e Ey e ai contributi internazionali di Giant Eagle e Ocado Solutions.

ey: 60 mld la perdita di valore della filiera agro-alimentare

In un mercato caratterizzato da volatilità e alta inflazione, dove la crescita a valore dell’ultimo anno (+15%; fonte Niq) ha nascosto in realtà una contrazione dei volumi (-3%; fonte Niq), per le aziende della vendita al dettaglio è imprescindibile reinventare l’esperienza di acquisto in modo economicamente sostenibile.

Ambiente e Circolarità, Area Figure professionali, Competenze e Burocrazia, Area Efficienza ed Efficacia Logistico-distributiva, Area S&OP di filiera e decomplexity sono gli ambiti su cui è necessario migliorare i processi, come dimostrato dai 23 progetti pilota avviati da EY nel progetto Value for Food. I pilots avviati da EY nel corso del 2023, con il coinvolgimento di 40 aziende dell’Industria produttiva e del retail attraverso 100 interviste e 6 sondaggi e l’avvio di 15 tavoli di lavoro, con l’obiettivo di recuperare i 60 miliardi di Euro di inefficienze stimate lungo la filiera agroalimentare, hanno consentito finora di raggiungere un contenimento delle perdite pari a 21 mld di euro.

Riccardo Passerini, Partner Ey – Consumer Product & Retail Consulting Market afferma: «Il nostro progetto “Value For Food” ha identificato le aree di maggior perdita di valore nella filiera agro-alimentare italiana e ha individuato quelli che potrebbero essere i meccanismi di collaborazione tra i diversi attori per assicurare un recupero di tali perdite. Guardando cinque direttrici principali della filiera – qualità, performance, disponibilità, tematiche trasversali e Esg – la perdita è di circa il 10% del suo valore (circa 60 mld di euro), secondo le nostre stime. Il motivo? La convergenza di una serie di fattori, in primo luogo il crescente potere dei consumatori, il rapido cambiamento tecnologico, la complessità legislativa-fiscale, il maggiore interesse nella sostenibilità e l’incertezza geopolitica ed economica. Se in passato l’obiettivo era massimizzare la profittabilità tramite l’eccellenza operativa e i virtuosismi delle singole funzioni di business all’interno delle aziende, oggi la chiave di volta è investire sull’innovazione e la cooperazione per soddisfare, e superare, le crescenti aspettative dei consumatori».

niq: le macrovariabili che da qui al 2030 plasmeranno il mercato

La ricerca su Google «futuro 2030» produce più di 97 milioni di risultati e tutti affermano che il 2030 vedrà un mondo più connesso e frammentato, con cambiamenti preoccupanti nella demografia, nell’energia, nella tecnologia, nell’ambiente e nella politica. «L’industria alimentare e la gdo devono imparare a confrontarsi con una serie di macrovariabili, che si stanno imponendo sullo scenario globale come veri agenti di cambiamento» spiega Luca De Nard, amministratore delegato di Niq. «Crescita della popolazione mondiale, invecchiamento demografico, aumento degli eventi climatici estremi, de-globalizzazione e regionalizzazione, sviluppo e rilevanza della tecnologia, tendenza alla legiferazione, ricerca del benessere e della sostenibilità, solo alcuni dei trend segneranno il mondo del largo consumo nei prossimi anni. Complessivamente si sta registrando la tendenza all’omnicanalità e il nuovo imperativo del consumatore già oggi è “Portamelo a casa”. Sarà attorno a queste variabili che andranno a definirsi i nuovi modelli di business».

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