L’ambiente marino stia affrontando gravi minacce sia dalle attività terrestri che marittime è per questo cruciale che mare e oceani siano al centro delle sfide ambientali ed economiche dei nostri tempi e che la blue economy giochi un ruolo sempre più importante nelle strategie di sviluppo sostenibile del governo.
Con 227.975 imprese e 1.040.172 di occupati, l’economia del mare in Italia genera un valore aggiunto diretto di circa 64,6 miliardi di euro, che raggiunge i 178,3 miliardi di euro se si considera l’indotto. Un settore, quello della blue economy, in netta crescita che negli ultimi anni ha dato prova di avere una marcia in più rispetto al resto dell’economia. Cresce il moltiplicatore: per ogni euro speso nei settori della filiera del mare se ne attivano altri 1,8 nel resto dell’economia. Crescono gli addetti, con un aumento occupazionale del 6,6%.
E’ questa la fotografia scattata nel corso della 10^ Conferenza nazionale sul turismo costiero e marittimo organizzata da Federturismo Confindustria, Assomarinas e Confindustria Nautica nell’ambito della 64a edizione del Salone Nautico di Genova.
“Questi risultati – dichiara la Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – sono riprova della grande capacità che il settore della blue economy ha dimostrato di avere nel saper integrare le nuove tecnologie con le tradizionali attività marittime: con l’innovazione e la sostenibilità che vanno di pari passo per promuovere una crescita economica orientata alla valorizzazione delle risorse naturali.
Va dato atto che la ripresa di questi anni è stata anche il frutto di proposte concrete e dell’attività di dialogo costruttivo messe in campo a livello istituzionale e che sono state recepite dal governo. Vanno in questa direzione: l’approvazione del Piano nazionale del mare, la scelta di istituire presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Dipartimento per le politiche del mare e il lavoro in corso per una legge quadro sulla Blue Economy, con l’obiettivo di creare un quadro normativo che supporti e incentivi ulteriormente un settore pilastro dell’economia italiana e del nostro turismo in grado di rappresentare al meglio l’eccellenza del Made in Italy”.
“Prosegue nel 2024 la crescita del giro d’affari dei porti turistici italiani – sottolinea il Presidente di Assomarinas, Roberto Perocchio – che come evidenzia l’indagine Assomarinas-Federturismo si attesta mediamente al 2%, con previsioni positive anche per il 2025.
Questa tendenza sta favorendo in molte località costiere italiane la ripresa delle attività di riqualificazione, ampliamento e nuova costruzione di strutture portuali turistiche, come qui a Genova, a Piombino, a Punta Ala, a Livorno, Olbia, Cagliari, Palermo, Otranto, Bari, Napoli, con una accelerazione che nel Mezzogiorno verrà favorita dal programma governativo Zes Sud.
Gli operatori ed investitori, tra cui le catene internazionali di porti turistici sostenute dai fondi di investimento, si attendono che le nuove scelte governative previste dal “Piano del Mare” favoriscano il consolidamento di questo trend, anche attraverso norme come il classamento catastale in E1 delle strutture destinate alla nautica, il saldo e stralcio sui contenziosi relativi alla legge 296/2006, la semplificazione dei dragaggi”.
“La nautica è una porta di accesso dell’offerta turistica dei territori retrostanti – evidenzia Piero Formenti, Vicepresidente di Confindustria Nautica. Oggi per la prima volta qui a Genova abbiamo il Consiglio direttivo di Ebi – l’associazione che rappresenta e promuove l’industria della nautica da diporto in Europa – uno degli argomenti è proprio la valorizzazione delle coste del Sud dell’Europa per poter portare turisti da tutto il mondo e usufruire della bellezza delle nostre coste e delle nostre imbarcazioni. Rinnovo i ringraziamenti da parte di Confindustria Nautica perché questo convegno è fondamentale per l’intera filiera della nautica italiana”.